Adozione gay: 4 domande a uno dei due papà di Sara
Sara è una bambina di tre anni che vive a New York. Ciò che la distingue è il fatto di essere stata la protagonista di un importante passo in avanti nel riconoscimento dei diritti alle coppie omosessuali in Italia. Sara, infatti, è stata adottata quando aveva soltanto due giorni da una coppia di uomini, un italiano e un americano, e da qualche mese è stata riconosciuta anche nel nostro paese figlia della coppia e cittadina italiana. Abbiamo fatto qualche domanda a Nicola, papà italiano della bambina, le cui parole fanno capire come anche in una famiglia arcobaleno un bambino possa vivere una vita serena e normalissima.
Avete incontrato ostacoli all’adozione negli Stati Uniti?
Non abbiamo incontrato particolari ostacoli all’adozione. La legge dello stato di New York determina i requisiti per adottare (che sono molto ragionevoli). I genitori biologici scelgono i genitori adottivi a cui dare il figlio in adozione, e hanno il diritto di vederlo un paio di volte l’anno. Nel nostro caso i genitori di Sara non hanno esercitato questo diritto, ciononostante siamo in contatto con loro: le mandano dei video in alcune occasioni, come al compleanno, che le mostriamo, anche se ovviamente a questa età non può capire.
E in Italia avete trovato ostacoli?
No, non particolarmente. Salvo che il processo di riconoscimento dell’adozione è stato un po’ lungo.
Sara si sente diversa dagli altri bambini per il fatto di avere due papà?
Sara sa di avere due babbi invece che un babbo e una mamma. Non affrontiamo particolarmente l’argomento dato che ha tre anni. Le diciamo che è adottata e le parliamo dei suoi genitori biologici, ma non credo ancora capisca.
Come si comportano con lei i bambini della sua età?
I bambini della sua età non distinguono; sanno che Sara ha due babbi. Talvolta chiedono se ha anche una mamma e rispondiamo loro di no. Conosciamo moltissime famiglie con genitori dello stesso sesso, sia attraverso l’agenzia di adozione che attraverso il gay center di New York; partecipiamo una volta al mese alle attività organizzate dal centro, dove Sara ha la possibilità di giocare e confrontarsi con altri bambini. Uno dei posti dove conosciamo abbastanza coppie dello stesso sesso è sorprendentemente la chiesa dove andiamo e dove Sara è stata battezzata. Qui negli Stati Uniti le famiglie arcobaleno non sono così rare come in Italia: ad esempio, nel palazzo dove viviamo su 80 famiglie ce ne sono due con genitori omosessuali; sulle 20 che partecipano alle attività della chiesa ce ne sono ben tre.