Donare gli organi: una prospettiva bioetica
Il dono nelle donazioni. Una prospettiva bioetica
Giovanni Spitale
Il Poligrafo – 2015 – 23 euro
Giovanni Spitale, vicentino classe ’87, ha avuto la forza e la tenacia di vedere, nell’evento infelice della scoperta della propria malattia, l’aplasia midollare, lo spunto per studiare il tema delicato e controverso delle donazioni di organi e tessuti. Al primo impatto, la questione parrebbe semplice: sembra naturale e scontato che un organo di una persona deceduta possa continuare a funzionare nel corpo di un’altra persona che ne ha bisogno. In realtà, sono molti gli aspetti etici e legislativi che ostacolano le donazioni e il bilanciamento di domanda di organi, in continua crescita, e offerta: si calcola che in Italia muoia una persona ogni 21 ore a causa della scarsità di donatori.
Spitale analizza le donazioni sotto diversi aspetti; innanzitutto, si occupa degli ambiti medico e normativo, anche dal punto di vista storico: un capitolo interessante, ma non quanto i successivi, dove l’autore tratta la questione che, da buon laureando magistrale in Filosofia, più gli interessa: l’etica. Molte le domande a cui cerca di dare una risposta; ad esempio, quando possiamo dire che una persona è realmente morta? La morte è un processo graduale, ogni organo si spegne poco a poco, ma non si può certo aspettare la morte dell’ultima cellula per prelevare un organo ormai inutilizzabile. Con quale criterio assegnare gli organi disponibili? È giusto che il beneficiario non conosca il donatore? In che modo ottenere il consenso alla donazione? È difficile chiedere a una persona di pensare alla propria morte, e lo è ancor di più affrontare la questione con i familiari dopo il decesso.
Problematica anche la riflessione teorica sul dono in sé: è possibile pensarlo come un «dono circolare», che si fonda sulla reciprocità, sul dare aspettandosi di avere qualcosa in cambio, ma compromettendo così la gratuità del dono; oppure come un «dono verticale», come quello gratuito di Dio o Cristo, che, pur rinunciando alla reciprocità, si fonda su cause trascendenti e non umane, quando invece, secondo l’autore, la percezione dell’umanità del beneficiario è un aspetto cruciale e irrinunciabile per un dono autentico.
Il dono nelle donazioni è un libro sicuramente stimolante, ben scritto e che merita di essere letto, anche per una più profonda comprensione del ruolo della filosofia nella vita di tutti i giorni: «Una filosofia “con un piede per terra”: uno soltanto, per non volare via, su nelle torri d’avorio, ma anche per non appiattirsi a mero strumento metodologico».
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