Due risposte a «Caro evasore, sei la rovina del nostro paese»
Carissimo Direttore,
le scrivo dopo aver letto il suo articolo «Caro evasore, sei la rovina del nostro paese»: non potevo restare inerme di fronte a questo suo deliberato infierire su delle vittime indifese. Lo Stato ci dissangua a noi poveri imprenditori e evadere spesso diviene l’unico modo per poter pagare noi stessi e, prima ancora, i dipendenti. Io con la mia azienda non mi sono trovato fortunatamente ancora in questa situazione però, se dovessi essere pugnalato anch’io dalla crisi, non avrei dubbi: privilegerei me e i miei ragazzi sullo Stato. Pagherei loro, non Lui. Un amico carissimo, quasi un fratello per me, è venuto a chiedermi un prestito un mese fa, si vergognava come un ladro. 50.000 euro. Sì, ha letto bene, cinquantamila euro: doveva pagare i fornitori dopo che la finanza lo aveva scoperto con due dipendenti in nero. Il primo blitz «retroattivo» (intendo controllando gli incassi passati) a dicembre 2014, il secondo un mese più tardi. Questa volta una vera e propria incursione che ha pure fatto scappare due clienti infastiditi dal trambusto. Le sembra il caso? Abbiamo uno Stato che tutela i cittadini o che cerca sempre il modo di fotterli?
Ci pensi bene, non tutti gli evasori sono Silvio Berlusconi.
Saluti
A.
Egregio Borsa,
sono alquanto scioccato dopo aver letto il suo editoriale intitolato «Caro evasore, sei la rovina del nostro paese»: io non sono un evasore, sono un pensionato che «alimenta» l’evasione tutti i giorni. Mi spiego meglio (e per questo non gradirei che venisse pubblicato il mio nome in calce alla lettera): ho una pensione di 1000 euro e vivo solo, non ho nemmeno figli. Quando si rompe un tubo, la caldaia o chissà cos’altro – essendo io incapace nei lavori manuali – devo chiamare un tecnico. Con la schifosissima pensione che prendo, se questo tecnico mi dice, tanto per fare un esempio, che mi fa pagare 70 euro in nero anziché 100 con fattura, io cosa devo fare? Seguire le mie tasche – che mi permettono di mangiare oppure i suoi «ideali da manettaro»?
Non mi sembra di avere nulla da recriminarmi. Lei non si è mai trovato a dover fare i conti della serva per mangiare, sbaglio?
P.Z.
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