Due lettere al Direttore: non sei un giornalista e non scriverai mai su un giornale

Caro Borsa,
sono giornalista professionista da 40 anni e lavoro per una delle più prestigiose testate italiane. Ti scrivo per ricordarti che tu non sei un giornalista: non sei iscritto all’Ordine e soprattutto non hai mai scritto per nient’altro se non questo stupido blog. Sei solo un ragazzino insolente e presuntuoso. Devi capire che il mondo del giornalismo non consiste in scrivere cazzate su un blog pensando di essere il Montanelli di turno: non hai un briciolo di talento, non sai nemmeno scrivere. Non scriverai mai su di un giornale cartaceo, questo lo capisci?
Ti abbandono ai tuoi sogni di gloria, sperando – per il tuo bene – che ti svegli presto.


Gentilissimo «Direttore»,
sai che potresti essere passabile (passibile forse,
ndr) di denuncia per esserti appropriato di questo titolo non essendo iscritto all’Ordine dei giornalisti? Ma ti rendi conto del casino che stai facendo con La Voce che Stecca? Plagi le menti dei lettori secondo il tuo volere, circuisci gli ingenui, getti fango sui giusti: fare informazione è avere una responsabilità. Non penso che tu ne sia consapevole, te lo dice uno che fa questo mestiere da prima che i tuoi genitori venissero al mondo. Datti una regolata, chiudi questo cesso di blog e, soprattutto, cambia mestiere: non riuscirai mai a scrivere sull’ultimo dei giornali cartacei. Datti all’ippica!
Bye Bye.


Dal "Corriere del Veneto", 28 novembre 2014
Dal “Corriere del Veneto”, 28 novembre 2014

Lettere come queste rendono perplessi: che la gente ti dedichi del tempo per offenderti in modo anche menzognero è abbastanza assurdo. «Non ti curar di lor ma guarda e passa» dovrebbe valere da ambo le parti: si ostinano ad ostentare il loro tanto agognato tesserino e poi mi danno del «presuntuoso». Sbagliano anche nelle critiche: 1. la carica «Direttore», come c’è scritto anche sul blog, non ha niente a che vedere col Direttore Responsabile di un quotidiano registrato presso il tribunale di competenza; 2. prima di dire «Non hai mai scritto per nient’altro se non questo stupido blog» oppure «Non riuscirai mai a scrivere sull’ultimo dei giornali cartacei» forse è il caso di informarsi (capitolo 1 di «Come diventare giornalista»). Non so se ho talento, ma di certo ho incontrato almeno due persone che mi hanno dato fiducia.
Le critiche servono, i deliri no. Alle critiche rispondo pacatamente, ai deliri no.
Forse sarebbe davvero il caso – e lo dico contro il mio interesse – che i giornali sparissero: fra tanti, me compreso, che piangerebbero ci sarebbero anche quelli che si sentono «arrivati» solo perché vedono il loro nome alla fine di un articolo. Scendere dal piedistallo, questa sarebbe la cosa giusta da fare. Un bagno di umiltà per poi asciugarsi fra i disoccupati.
Cordiali saluti

Tito Borsa
direttore.lavocechestecca@gmail.com