Le due vite di Pablo Neruda, poeta e uomo civile
La prima luce di Neruda
Ruggero Cappuccio
Feltrinelli – 2016 – 15 euro
Siamo a Napoli, nel 1952; il poeta Pablo Neruda, residente a Roma, viene estradato in Svizzera per ordine del ministro Scelba, che ha firmato il suo decreto di espulsione. In stazione ad attenderlo c’è una grande folla e sono presenti anche Alberto Moravia, Elsa Morante, Renato Guttuso e Carlo Levi. Tutti chiedono alla polizia di lasciare libero Neruda. Vent’anni dopo, Neruda viene svegliato ancora una volta da dei militari: questa volta è in Cile, durante il golpe di Pinochet.
Le voci narranti sono quella di Neruda e quella di Matilde Urrutia, sua compagna. Ruggero Cappuccio, scrittore e regista napoletano, racconta due stagioni della vita del famosissimo poeta e della sua amata, due esistenze che raccontano la forza della vita e la grandezza dello stare al mondo, l’incanto e l’impegno civile della parola contro i poteri che la vorrebbero distorta o uccisa.
Un romanzo particolarissimo sia per lo stile narrativo sia per la scelta della vicenda raccontata. Un libro consigliatissimo: le pagine si divorano una dopo l’altra, scorrono senza sosta fra le dita del lettore che, senza accorgersene, giunge all’ultimo capitolo.
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