Eataly nel restauro dell’Ultima Cena. Obiezioni del Codacons
È una delle opere d’arte più famose al mondo, commissionata da Ludovico il Moro e dipinta tra il 1494 e il 1498: stiamo parlando della celeberrima Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Situata all’interno del refettorio della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano, è un dipinto parietale (largo ben 9 metri e alto 4) a tempera grassa su intonaco, tecnica volutamente pensata per poter modificare il lavoro in corso d’opera. Proprio l’utilizzo di questo metodo è una delle cause – assieme alle polveri sottili portate dai visitatori – del suo rapido deterioramento: il numero di visite giornaliere, infatti, è limitato a 1300. Per riuscire ad ammirare il capolavoro è necessaria una prenotazione anticipata di almeno qualche mese, a seconda della disponibilità di posti. Nonostante questo limite, nel 2016 il Cenacolo è stato il 14esimo museo statale più visitato d’Italia, con un totale di 407mila visitori.
A prendere le difese di questo nostro bene culturale è, per l’ennesima volta, un privato: si tratta di Eataly, colosso del food market italiano. Fin dall’apertura del primo punto vendita nel 2007 a Torino, la filosofia di Eataly è sempre stata quella di offrire un cibo di altissima qualità, in un’ottica di responsabilità e sostenibilità. Il legame con l’opera vinciana è, dunque, chiaro dal punto di vista tematico: «Eataly ha deciso di muovere un passo concreto a tutela della sua opera d’arte più rappresentativa», si legge sul sito ufficiale dello store. Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha approvato un grande progetto di restauro, che si stima donerà altri 5 secoli di vita all’opera, che vedrà Eataly come unico protagonista privato, con un contributo di 1 milione di euro circa. La fine dei lavori è prevista per il 2019, esattamente cinquecento anni dopo la morte di Leonardo da Vinci. L’iniziativa ha visto la collaborazione di diversi istituti di ricerca, tra cui Iscr (Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro), Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), Politecnico di Milano, Università di Milano-Bicocca; è coordinata da Arts Council, organizzazione italiana specializzata nel fundraising culturale e vede la collaborazione con Irf (Italian Renaissance Fund), che si occupa di divulgare il nostro patrimonio negli Usa.
«Una cena così non la puoi perdere» è lo slogan – dal chiaro doppio riferimento – che accompagna l’iniziativa, assieme a un video realizzato dalla Scuola Holden con lo scrittore Alessandro Baricco. Attraverso dei corner interattivi posti all’interno di ogni punto vendita, Eataly ha dato ampio spazio al finanziamento del restauro tramite una formula speciale: i benefattori avranno la possibilità di trattenersi nel refettorio di Santa Maria delle Grazie per ben 50 minuti, a fronte dei 15 solitamente concessi, di sera a museo chiuso in compagnia di un esperto dell’opera che ne narrerà le peculiarità. «Vogliamo che tutti, anche tra molti secoli, abbiano la possibilità di ammirare il Cenacolo. E avere anche solo una piccola parte di merito ci riempie di orgoglio».
Il Codacons, però, ha deciso di vederci chiaro sulla faccenda: « “Vogliamo capire a quali condizioni Farinetti finanzierà il progetto, e quale sarà il ritorno economico per Eataly. L’intervento delle mani dei privati su beni che appartengono al patrimonio culturale dell’umanità, come il capolavoro di Leonardo Da Vinci, è un aspetto delicatissimo e sempre spinoso».
Laureata in Economia dei Beni Culturali all’Università Ca’ Foscari di Venezia, frequento la magistrale in Marketing e Mercati Globali all’Università di Milano-Bicocca. Innamorata della cultura, nel mio piccolo cerco di diffonderla il più possibile.