Università: elezioni di ateneo in quel di Padova
Accanto alla politica tradizionale, con le elezioni amministrative che si terranno fra meno di due settimane, a Padova c’è stato spazio anche per la politica di Ateneo, con le elezioni per gli organi di rappresentanza universitaria.
Ve ne avevo già parlato la bellezza di due anni fa, ossia l’ultima volta che si sono tenute, per lamentarmi delle difficoltà che avevo incontrato cercando di raggiungere il seggio che, ironia della sorte, era stato scelto proprio per «aiutare» gli studenti con handicap a votare. Questa volta, sia per l’importanza di Padova come ateneo sia per le somiglianze (nel bene e nel male) con la politica tradizionale riscontrate durante la campagna elettorale, proverò a spiegarvi come sono andate queste elezioni, facendomi aiutare da uno studente che ha vissuto in prima persona il voto.
Innanzitutto si può dire che ha vinto la sinistra! Le prime due liste studentesche, l’Udu (Unione degli Universitari) e il Sindacato degli Studenti (legato al più conosciuto Link), sono entrambe più o meno «rosse»: il primo, storico sindacato di sinistra, ha conseguito un risultato storico affermandosi come prima lista del Bo (la storica sede di Giurisprudenza) e facendo eleggere due membri del Senato accademico. Dall’altra parte l’indipendente Sindacato degli Studenti ha riscosso un buon successo, anche se inferiore a quello di due anni fa e di quello dei «cugini più moderati».
Dall’altra parte, a destra, Ateneo Studenti (affiliato a Comunione e Liberazione) non poteva fare peggio: non ha ottenuto nessun posto né in Senato accademico né in qualsiasi altro organo di ateneo. Come mai questa debacle? Secondo il ragazzo a cui ci siamo affidati per riportarvi questa notizia, in 2 anni Ateneo Studenti ha perso ben più della metà dei propri candidati che non si sono più ripresentati alle elezioni. Molti di questi avevano fatto record di assenze nei vari organi di cui facevano parte. Comunione e Liberazione ha puntato soprattutto sui propri membri per far andar avanti il sindacato senza creare un vero gruppo autonomo di rappresentanti ben motivati con spirito di servizio verso gli studenti: da qui la scarsa partecipazione.
Comunque l’astensione è sempre stato il grosso problema delle elezioni universitarie: solo circa il 18% degli aventi diritto si è presentato al seggio, ma purtroppo ci ho fatto l’abitudine. Quello a cui non sono abituata è vedere la destra languire. Non so interpretare la differenza fra i risultati studenteschi e quelli del Partito della Nazione, ma forse questo non è il luogo più adatto per discuterne.
Impegnata tra libri e scacchi, in movimento tra Padova e Torino, sempre con una forte dose di sarcasmo.