L’esordio di Umberto Ti. con 5 canzoni identiche
Cielo incerto
Umberto Ti.
New Modern Label – 2016
Il debutto di Umberto Ti., al secolo il padovano Umberto Tramonte, sono cinque brani di atmosfere intimiste, storie personali e sognanti.
In «Cielo incerto» l’amore di Umberto Ti. per la canzone d’autore italiana si fonde con le sonorità più disparate: dalle chitarre elettriche agli inserti di elettronica, grazie anche al sapiente intervento del produttore artistico Giuliano Dottori.
Città affollata, il primo brano, è un’energica rock ballad che celebra il trionfo delle percussioni; le chitarre elettriche si ritrovano in Cielo incerto, che è uno stato d’animo, raccontato attraverso la figura di una donna che prende un treno lasciando solo il protagonista, ma c’è sempre la speranza: «Cambio paese e ti rivedo, cambio nazione e ti ritrovo». Non mi ricordo più il tuo nome è invece scandito da una batteria elettronica che gli dà un sapore anni Ottanta, quasi Jubilee Street: di Nick Cave c’è l’atmosfera ma non certo il talento. Alibi invece strizza l’occhio al mondo folk ed è forse l’unica variazione, seppur lieve, dalla ripetitività di questo Ep, che finisce con Angeli fantasmi, perpetua ripetizione del leitmotiv delle prime canzoni.
È difficile giudicare l’album di Umberto Ti.: da una parte l’originalità e il coraggio di affrontare un genere ormai démodé, dall’altra però la monotonia che risulta a tratti fastidiosa come un prurito che non passa a tratti davvero insopportabile. A parte la già citata Alibi, le altre quattro canzoni sembrano una suite in cui cambiano gli arrangiamenti ma la base è esattamente la stessa: l’esistenzialismo dell’Autore che si ripercuote nella sua voce e nella melodia. Se da un lato è senza dubbio meritorio l’aver fatto qualcosa di diverso, dall’altro lato non possiamo davvero assolvere, sulla base di questo pregio, una monotonia che urta e che impone di espellere il cd dal lettore, e di sintonizzare la radio a caso, tanto qualunque cosa è più varia, persino una messa su Radio Maria.
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