Essere editore oggi: intervista a Domenico Capponi
Il Salone del Libro di Torino 2022, come già raccontato dalla prospettiva dei nostri Cuori Selvaggi, è la migliore occasione per conoscere e far conoscere tutto il carosello che gravita intorno al mondo dell’editoria. Si tratta di un ambiente vasto, per certi versi difficile, ma allo stesso tempo stimolante, che non si può approcciare senza grande passione e un pizzico di follia. Questo, a prescindere che il proprio ruolo sia l’autore, il correttore di bozze o l’editore.
Ed è proprio con un editore, colui che avvera il sogno di far diventare libro una storia nel cassetto, che ho avuto il grande piacere di parlare lo scorso venerdì 20 maggio. Si tratta di Domenico Capponi, proprietario dell’omonima casa, che può vantare più di dieci anni di attività.
Capponi Editore: storia e prospettive
Incontro Domenico Capponi allo stand della regione Marche, con cui la sua casa editrice si è affiliata per la kermesse, grazie all’intercessione della nostra collaboratrice Bettina Delia Monticone, che di recente ha pubblicato il suo nuovo romanzo Fuori Registro proprio con Capponi.
Mi trovo di fronte a un uomo affabile ma dalle idee chiare, che non vede l’ora di conoscermi e di offrirmi quel caffè per rompere il ghiaccio che non si può rifiutare. Ovviamente accetto con piacere e rimetto un attimo in sesto le mie sinapsi disastrate, per poi scatenare la curiosità e chiedergli di raccontare la sua storia professionale.
Capponi Editore nasce nel 2012, quando il trentaseienne Domenico abbandona la carriera da avvocato per cercare di convertire la sua passione per i libri un lavoro vero e proprio. Un’operazione difficile quando ormai si ha una storia professionale avviata, ma che Capponi affronta con entusiasmo, procedendo step by step ma mantenendo fin dall’inizio la ferma volontà di proporre libri e autori dall’identità forte e ben definita.
Il motivo di questa scelta sta nella visione del ciclo del libro: un viaggio condiviso tra l’autore e l’editore, durante il quale condividere prospettive, abilità, carisma e idee per massimizzare la diffusione. Che da parte di Capponi è assicurata da Messaggerie Libri, una rete a copertura nazionale, nonché dal recente esperimento condotto insieme ad Amazon di pubblicare in formato digitale il proprio catalogo per metterlo a disposizione degli italiani all’estero.
Non esiste una meta, ma soltanto il percorso
Domenico Capponi
Il mestiere dell’editore
Secondo Capponi, il compito fondamentale di un editore è quello di dotare gli autori di una struttura, che possa fungere da supporto, possibilità di approfondimento e boost della sua naturale propensione a raccontarsi attraverso le proprie storie.
I rapporti tra chi fornisce una prestazione artistica e chi è incaricato di approvarla e distribuirla sono solitamente compresi due estremi: fredda selezione per criteri editoriali, che non fornisce feedback e opera in un regime quasi industriale, e calorosa scelta di cuore, che talvolta non tiene conto dei limiti tecnici e dell’inefficacia comunicativa dei testi e degli autori.
Capponi si colloca nel mezzo, rivolgendosi a scrittori motivati e desiderosi di crescere, che abbiano i loro pregi, i loro difetti, ma soprattutto una grande voglia di mettersi in gioco. La volontà d’intraprendere un percorso comune emerge dal fatto che tutte le fasi di creazione del libro che implicano delle conseguenze comunicative, dalla valutazione alla copertina, vengono svolte all’interno della casa editrice. L’autore è invitato a parteciparvi attivamente, in modo da sviluppare una progettualità legata al libro, e non soltanto attendere di vederlo pubblicato.
Tale scelta non è ideologica o romantica, ma deriva dall’esperienza e dalla conoscenza di un mercato editoriale che al giorno d’oggi è saturo, e richiede dunque questa sinergia tra forza del messaggio, realizzazione tecnica e volontà di affermazione dell’autore per ricavare uno spazio all’autore che vi si affaccia.
L’evoluzione dell’editoria negli ultimi anni
La possibilità di conversare con un professionista del settore mi ha portato a formulare molte domande e dubbi che, per uno come me che si occupa di libri solo da un anno, spesso frullano in testa oppure affiorano in risposta a opinioni e luoghi comuni che si sentono in giro.
Secondo Capponi, dati alla mano, non è vero che in Italia non si legge o che, in generale, si stia perdendo la passione per la lettura. Semplicemente, esistono cicli in cui alcuni segmenti di mercato diventano trainanti, com’è stato nel recente passato per l’high fantasy o per il thriller. Se questo sia il riflesso di mode passeggere o di tendenze socioculturali è difficile dirlo, tuttavia ciò che conta è che la passione per la lettura non muore, si trasla nel corso degli anni.
A questo proposito, abbiamo avuto modo di parlare dell’evoluzione verso il digitale, che nell’opinione di entrambi è un’alternativa che consente d’integrare le vendite del cartaceo, invece di sostituirle come generalmente si pensa. Questo perché la lettura digitale è comoda ma non garantisce quel rapporto diretto con il libro che l’appassionato ricerca. Insomma, ben venga la recente crescita esponenziale delle app per la lettura e degli audio libri, strumenti da conoscere e contestualizzare ma che possono favorire la diffusione di un testo a livelli senza precedenti.
Dopo aver un chiacchierato liberamente per qualche minuto, ci rendiamo conto di dover tornare alle nostre postazioni e ci salutiamo. Domenico lo fa sottolineando l’importanza, e la rarità al giorno d’oggi, della perseveranza, parole balsamiche per uno scrittore in via di affermazione, mentre io gli auguro buona fortuna per la sua nuova collana dedicata alla poesia. Un esperimento in controtendenza, l’ennesima diramazione di un sogno lucido che Capponi editore persegue da dieci lunghi anni.
Classe 1993, volevo fare il giornalista ma non ho la lingua abbastanza svelta.
Mi arrabatto tra servire pietanze, scrivere e leggere romanzi, consumare bottiglie di vino, crisi esistenziali, riflessioni filosofiche di cui non frega niente a nessuno e criptovalute.
Amo il paradosso, dunque non posso essere più felice di stare al mondo.