Europei di nuoto, grandi prospettive per il biennio olimpico
L’Italia del nuoto esce dagli europei di Glasgow a testa altissima, con 22 medaglie (6, 5, 11), e una consapevolezza acquisita di chi sa di avere una squadra di sostanza. Le assenze dei big Detti e Martinenghi, nonché una Pellegrini assente nei 200 stile e un Paltrinieri a mezzo servizio per problemi di salute, non hanno minimamente disturbato nel bilancio complessivo. Questi risultati ci proiettano con grandissime prospettive nel biennio che conta, dove dovremo misurarci nel 2019 col mondiale Coreano e nel 2020 con l’Olimpiade di Tokyo.
Lo stile libero è stato prevalentemente italiano, con il grandissimo record italiano di Vergani nei 50 (21”37), poi bronzo in finale, e un Miressi sbocciato a livello internazionale, che ha imposto un dominio nella gara regina, i 100, vincendo con autorevolezza in una gara che ha rappresentato un passaggio di consegne tutto tricolore con l’ex campione europeo Dotto.
Lo stile libero femminile pesa dell’assenza della Pellegrini nei suoi 200, piuttosto scarsi di qualità, ma vedono lo sbocciare di Simona Quadarella, dominatrice assoluta con tre medaglie d’oro nei 400, 800 e 1500. Nel mezzo fondo l’avevamo già apprezzata, anche a livello mondiale col bronzo del 2017, ma questa è stata una consacrazione. Un dominio totale nei 1500 e 800 (record nazionale), e una sorprendente capacità di cimentarsi in una gara, i 400 stile libero, che pesano nella storia del nuoto italiano, in quanto fu la Pellegrini la prima donna al mondo ad abbattere la barriera dei 4 minuti. La Quadarella è lì, a 4’03”, con margini enormi, consapevole che a livello mondiale dovrà misurarsi col dominio in tutto lo stile libero dell’americana Ledecky.
Uno stile libero che ha risentito della mancanza di Detti nei 400, e ha visto un Paltrinieri a mezzo servizio, eroico nell’andarsi a prendere un bronzo nei 1500 e un argento negli 800. Un mezzo fondo mai così denso di battaglia sul panorama mondiale, dove Greg dovrà prepararsi a una battaglia enorme nel prossimo biennio, con Yang, Romanchuk, Detti, Horton e la sorpresa tedesca Wellbrock.
Valutando gli altri stili, la rana vede la rinascita di Scozzoli, argento nei 50 dietro l’imprendibile Peaty e un grande Pizzini, bronzo di peso nei 200. Una rana competitiva anche a livello femminile, con la consacrazione della Castiglioni, bronzo nei 50 e 100 dietro la campionessa russa Efimova.
Il dorso non è da meno, con Carlotta Zofkova al record italiano nei 50 e 100, con una bellissima medaglia di bronzo nella distanza maggiore. Ma, soprattutto, il dorso ha visto l’esplosione definitiva di Margherita Panziera, oro in un 200 dorso dominato dalla prima all’ultima vasca, che gli è valso il nuovo record italiano. Dorso positivo anche a livello maschile, con il bronzo di Restivo nei 200.
Exploit incredibile nella farfalla per Codia, che nella finale dei 100, sfruttando la corsia laterale ha impostato una gara spregiudicata nella prima vasca, salvo poi reggere anche nella seconda e vincere l’oro con un fantastico 50”64, record italiano, davanti a fenomeni come Guy, Metella, Cseh e Milak. Sempre nei 100, ma a livello femminile, buon bronzo della Di Liddo.
L’argento con record italiano della Cusinato nei 200 misti, spalla a spalla con la campionessa olimpica Hoszzu, chiude il cerchio, con grandi prospettive sui 5 cerchi olimpici del 2020.
Simone, ventottenne sardo, ha vagato in giovanissima età per il Piemonte, per poi far ritorno nell’isola che lo richiamava. Ama scrivere su tematiche politiche ed economiche. Legge per limitare la sua ignoranza.