Il felpato e il campione

domenica il Front National guidato da Marine Le Pen e dalla giovanissima nipote Marion ha stravinto in quasi tutte le regioni al voto in Francia. «Insieme cambiamo in meglio l’Europa», «Cambia la Francia, cambieranno anche Europa e Italia. Più sicurezza e lavoro, si può fare!» e «La vittoria della Le Pen è legittima difesa, è la vittoria della speranza. Siamo razzisti? No, siamo normali» ha twittato giubilante Matteo Salvini, sottolineando che ad affermare che la vittoria del Fn sia la vittoria «della xenofobia, della paura e del razzismo» sono i soliti «giornalisti di sinistra italioni». «Imbecilli», ha concluso il leader del Carroccio.

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Chi scrive non intende manifestare la propria gioia o il proprio rammarico per i risultati di queste elezioni: è la democrazia che premia i migliori, o i meno peggio. Complice una situazione internazionale molto instabile e l’inaffidabilità degli altri partiti, Marine Le Pen ha raggiunto un risultato abbastanza prevedibile. Peccato che a gioirne sia la persona sbagliata, ossia Matteo Salvini.
Il giovanotto felpo-barbuto, che si promuove come il nuovo che avanza e che invece fa politica da quando Berlusconi era ancora un imprenditore, gode nel mostrarsi vicino a chi vince, anche se anni luce lo separano dal trionfatore. Di Marine Le Pen si può dire tutto: razzista, xenofoba, portatrice di una politica autarchica e di un nazionalismo fuori dal tempo, con amicizie negli ambienti più estremisti e così via. Sono giudizi soggettivi che dipendono ovviamente dalle idee di chi li pronuncia. Una cosa è riconosciuta in modo unanime: non è una buffona, a differenza del nostro Matteo. Marine Le Pen, donna di carattere tanto da assassinare (politicamente parlando) suo padre, non fa propaganda facendo promesse palesemente irrealizzabili. Salvini invece si promuove approfittando dell’inettitudine dell’attuale governo, senza dire nulla di nuovo o di minimamente fattibile. In 22 (leggisi
ventidue) anni di politica, di cui 19 in consiglio comunale a Milano e 14 di questi in maggioranza, cos’ha fatto Salvini di così buono da poterci fidare di lui? Assolutamente nulla.
Si può gioire o meno della vittoria di Marine Le Pen e del Front National, ma prima di usare i «noi» al posto dei «loro» e di salire come sempre sul carro del vincitore, forse bisognerebbe chiedersi: «
Noi c’entriamo qualcosa?».