Femminismo: il vero significato dell’8 marzo

L’otto marzo ci ricorda che milioni di donne hanno lottato per i loro diritti civili, politici e sociali, che molte di loro sono morte per essersi opposte alle sopraffazioni e che altrettante hanno combattuto e continuano tuttora a farlo contro questo mondo ancora troppo ignorante, che molto spesso si riduce a celebrare questa data con spogliarelli e feste ad alto tasso alcolico. Non voglio assolutamente «attaccare» il genere femminile che si ritrova a festeggiare in qualche locale di basso livello e ammirare i bei fisici dei palestrati lucidati per l’occasione, perché oltre a non sapere il vero senso di questa giornata, queste donne sono le prime vittime di una società arrogante e discriminatoria.

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L’universo storico delle donne che si sono contraddistinte nel panorama sociale è ricco e interessante, fatto di coloro che si sono opposte a una società patriarcale e misogina, che sono morte lottando per i propri diritti e che si sono contraddistinte per essere anticonformiste e libere dagli schemi tradizionali. Le lotte femministe si sono sviluppate in particolar modo nel Novecento, anche se le donne francesi anticipano le rivendicazioni di genere di qualche secolo, con la «Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina», che si inserisce pienamente negli ideali di giustizia, libertà e uguaglianza della Rivoluzione. In Inghilterra, come ripercorre il film «Suffragette» appena uscito nelle sale cinematografiche, le donne furono disposte a dare la propria vita per ottenere l’emancipazione e il suffragio universale. In Italia le prime associazioni femminili si costituiscono ai primi del Novecento, ma sarà solo nel dopoguerra, grazie alle militanti antifasciste, alle partigiane e a figure come Nilde Iotti e Angela Merlin che le donne ottengono le prime conquiste civili, politiche e sociali. Il diritto di voto e l’eguaglianza di fronte alla legge verranno concesse in Italia solo con l’avvento della repubblica. Il genere femminile è stato anche protagonista della costruzione di un’Europa unita, libera e democratica che potesse dare una grande speranza dopo la distruzione e lo sfacelo che le guerre avevano causato, grazie ad alcune idealiste, come Ada suffragetteRossi, Ursula Hirschmann o Simone Weil. Oltre la dimensione europea troviamo tantissime lotte di donne famose e comuni che si sono contraddistinte in modo diverso. In America troviamo le battaglie contro la discriminazione della popolazione nera, tra cui il rifiuto di Rosa Parks di cedere il posto su un autobus a un bianco che diede vita a delle proteste storiche e alle battaglie contro l’ingiustizia e la segregazione razziale. In Asia, le donne indiane sono state partecipi della forza della non violenza contro il colonialismo inglese e in seguito contro le discriminazioni presenti all’interno del loro stesso paese; in Tibet le donne hanno dimostrato coraggio di fronte all’occupazione cinese e ancora oggi lottano per l’indipendenza del loro paese nonostante le torture e i brutali trattamenti a cui sono sottoposte. E per citare l’attualità, protagonista dell’impegno per la promozione dell’istruzione nei paesi musulmani e della lotta al terrorismo talebano in Pakistan è Malala Yousafzai. Il cammino verso l’emancipazione femminile non è fatto solo di lotte e di donne che hanno dato la propria vita pur di sperare di cambiare la società e di dare un futuro più equo alle nostre generazioni, ma tocca anche l’arte e la cultura. La pittrice messicana Frida, figlia della rivoluzione messicana è considerata un modello per l’emancipazione femminile, non solo per la sua partecipazione politica alle lotte comuniste, ma soprattutto per l’originalità del suo pensiero 310x0_1394476145255_referendum_1946_ansaanticonformista e originale che portarono alla rappresentazione del corpo femminile diverso rispetto al passato: lei ha saputo creare una rottura nella storia dell’arte secondo cui la prospettiva dell’universo femminile era esclusivamente maschile.
La Giornata internazionale delle donne è importante non solo per ricordarsi degli sforzi e della passione di tante donne che si sono distinte ottenendo importanti cambiamenti, ma anche come spunto di riflessione, per ricordarci che ancora oggi la discriminazione, le violenze, i femminicidi, la mancanza di accesso all’istruzione per tante donne sono purtroppo un fenomeno che non si arresta. Cosa possiamo fare noi donne di fronte a questo, se non continuare a lottare?