Roma – Feyenoord. Marino: «L’Olanda non pagherà», e ci mancherebbe altro
Fanno quasi tenerezza le parole del sindaco di Roma Ignazio Marino dopo gli scontri fra polizia e tifosi del Feyenoord che hanno tenuto in scacco una città per due giorni: «L’Olanda non pagherà», e nemmeno il club di Rotterdam, aggiungiamo noi. E ci mancherebbe altro.
Il Feyenoord, come è giusto che sia, si fa carico dei disordini che avvengono all’interno dello stadio: se no basterebbe essere iscritti ad una tifoseria di qualche squadra per poter fare danni a spese della società.
Per quanto riguarda invece la speranza (vana ed assurda) che a pagare sia l’Olanda, non mi pare ci siano molti dubbi: in uno Stato moderno la responsabilità è individuale. Ognuno di noi risponde di ciò che fa. Cosa c’entra lo Stato olandese (e, di conseguenza, i cittadini olandesi) con i 500 criminali – non sapremo come altro definirli – che hanno rovinato irrimediabilmente la Barcaccia del Bernini in piazza di Spagna a Roma? Assolutamente nulla. E allora perché, secondo l’incomprensibile logica di Marino, uno Stato dovrebbe pagare per i reati commessi dai propri cittadini all’estero?
La verità, anche se abbastanza triste, sembra essere un’altra: l’amministrazione di Roma Capitale – o chi per essa (il ministero dell’Interno?) – non è stata in grado di gestire una situazione che definire un’emergenza pare esagerato, ed ora cerca di sviare il discorso in modo anche abbastanza maldestro. Avete letto bene: i casini causati dai tifosi del Feyenoord non possono essere considerati un’emergenza: come possono 500 scalmanati averla vinta contro più di mille agenti in servizio per la partita? Forse non sono state usate bene le forze a propria disposizione?
Che chi di dovere impari a prendersi le proprie responsabilità, invece di chiedere agli altri di rimediare ai danni dovuti anche alla propria negligenza.
Tito Borsa
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia