Firenze: studentesse Usa accusano carabinieri di stupro
Firenze, da ieri due carabinieri sono indagati per il presunto stupro ai danni di due ventunenni statunitensi. A confermare o a smentire il racconto delle due ragazze mancano i risultati degli esami del materiale organico e delle tracce biologiche trovate. Le studentesse, come è stato appurato, avevano fatto uso di alcol e di droghe leggere, tanto da non essere ancora sobrie quando sono andate al pronto soccorso, accompagnate dagli agenti della questura.
Il racconto. Nella notte fra mercoledì e giovedì scorsi, in piazzale Michelangelo a Firenze, le due ragazze dicono di essere state avvicinate dai due carabinieri, che le avrebbero invitate a salire sulla macchina di servizio per portarle a casa. Ma, una volta giunti a destinazione, le avrebbero violentate una nell’androne del palazzo e una nell’ascensore. Il racconto è stato fatto ripetere più volte alle due giovani, che però lo avrebbero confermato senza contraddirsi. E le parole delle due statunitensi sono in parte confermate da quanto hanno ripreso le telecamere vicino alla discoteca Flò, dove i carabinieri erano stati chiamati per sedare una rissa: è innegabile che i due militari le abbiano fatte salire in macchina. Arrivati a casa delle ragazze, comunicano la loro posizione e l’intenzione di fermarsi per controllare l’abitazione. La gazzella rimane ferma per circa venti minuti e anche questo viene confermato dalle riprese di altre telecamere.
Le istituzioni. Il console americano Benjamin Wohlauer ieri ha incontrato Alberto Intini, questore di Firenze. Il dipartimento di Stato americano ha affermato di prendere «queste accuse con molta serietà». La discrezione è massima, vista la posta in gioco. L’unica a dire qualcosa è la ministra della Difesa Roberta Pinotti: «Gli accertamenti sono ancora in corso ma risulta una qualche fondatezza rispetto alle accuse che vengono mosse».
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La butto lì provocatoriamente: come si fa ad accettare passaggi da degli sconosciuti, per quanto siano in divisa e sembrano brave persone?
Lungi da me difendere dei colpevoli se tali saranno giudicati (da chi di competenza, non di certo l’opinione pubblica, e con tutte le garanzie che la legge offre) però, pensando anche al caso della ragazza a Lecce (in vacanza non da sola ma con amiche) che ha accusato un 27enne di stupro dopo averlo ospitato per una notte, mi pare che la tendenza si stia invertendo, quasi che si usassero le accuse di stupro per pulirsi la coscienza per aver fatto qualcosa seguendo i propri istinti, che, complice la situazione vacanziera, sono più facilmente assecondati, a discapito delle regole socialmente approvate nelle quali si è state cresciute
Tali ragazze, se non si fossero sentite giudicate dal circolo sociale in cui sono inserite, avrebbero mosso comunque denuncia di stupro?
Secondo me, troppo spesso, è la morale comune che fa sentire violate e sporche (e quindi induce a reagire) nonostante ciò che intimamente si è provato.
Ecco, la ratio di un reato grave e socialmente infamante come quello di stupro, dovrebbe inserirsi in un contesto in cui l’individuo presunto vittima sia lasciato libero di agire secondo i propri istinti, nonostante ciò che le regole di condotta socialmente accettate possono dire (sarà semmai una questione meramente personale dei soggetti coinvolti, affrontare le conseguenze di ciò che si è fatto con riguardo alle proprie relazioni sessual-sentimentali)