Flop comunali: da dove deve ripartire il Pd?
Ultimamente sono arrabbiata come il protagonista di Angry Birds, ma sempre per cose di poco conto. Alla notizia del crollo generale del Pd ai ballottaggi, invece, non mi sono arrabbiata granché (mi ero scaricata dopo la campagna elettorale). Era tutto troppo prevedibile, semplicemente.
Abbiamo pagato i malumori interni, gli scandali con la giustizia, il trattamento riservato all’ex sindaco Marino, ma soprattutto abbiamo pagato… Renzi e il suo (giustificato) calo di popolarità. Non ho mai espresso un giudizio chiaro su di lui, perché sinceramente non ce l’ho, ho dei pensieri altalenanti. Sono sicura di due cose. La prima: non mi è piaciuto per niente come ha sostituito Letta al governo, esagerato definirlo «colpo di stato», ma di sicuro è stata una manovra di palazzo abbastanza squallida. La seconda: ora tutti contro Renzi, ma non è che prima fossimo tutti ricchi e felici. Detto questo, la democrazia è una ruota che gira, noi abbiamo solo da imparare e non sottovalutare le alternative politiche. Trovo tirata per i capelli l’interpretazione secondo cui «il Pd ha perso, ma il segretario no», bisogna saper guardare in faccia la realtà. Penso che i dem debbano farsi un esamino di coscienza, a partire dalla base, dalle facce «nuove». Per esempio io sono il più giovane consigliere non solo di questo (intendo di Albignasego) consiglio comunale, ma anche di molti consigli comunali, eppure a volte invidio i «vecchi». Quelli che dicono «Mi chiamo Mario Rossi e sono socialista», così come se fosse un attributo dato alla nascita. Vorrei avere la stessa sicurezza, invece non ce l’ho, so di non essere leghista, di non essere fascista, di non essere grillina. Insomma, la questione importante, ancora prima di riconquistare elettori, è riconquistare noi stessi, cosa vuol dire esattamente essere «democratici»? Strano quesito, in un’epoca in cui la politica ha perso di consistenza e nobiltà, un po’ tutti pensano al loro orticello, e tutto sembra House of Cards.
Impegnata tra libri e scacchi, in movimento tra Padova e Torino, sempre con una forte dose di sarcasmo.