Follie italiane: i gilet arancioni manifestano fregandosene del Covid

Premettiamo che in un momento normale questa baracconata non sarebbe una notizia e riempirebbe forse l’ultima pagina dei giornali. Ma le manifestazioni dei cosiddetti «Gilet arancioni», capitanati dall’ex generale Antonio Pappalardo, a suo tempo inspiegabilmente per pochi giorni sottosegretario di Stato alle finanze del governo Ciampi, sono diventate un caso.

Famiglia cristiana, con un articolo a firma Francesco Anfossi, ha definito queste manifestazioni, e in particolare quella di Milano, «la più imponente riunione di idioti degli ultimi decenni». Ricordiamoci che stiamo parlando dello stesso Pappalardo che il 21 dicembre 2017 andò al Quirinale per notificare un verbale d’arresto a carico del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, reo – secondo l’ex generale – di essere un usurpatore politico, dopo che la sentenza della Corte costituzionale aveva bocciato il porcellum. Per questa storia al momento è a giudizio accusato di vilipendio del Capo dello Stato. Ed è lo stesso Pappalardo che pochi mesi prima, il 22 ottobre 2017, aveva dichiarato in un’intervista che le forze dell’ordine avrebbero dovuto arrestare i membri del governo e del parlamento.

Vestito come un clown con una giacca arancione e una cravatta in tinta, Pappalardo va in giro a dire che «la pandemia non esiste». Anzi, «è una cagata pazzesca». E trova anche persone pronte a credergli, tanto da manifestare senza mascherina e senza rispettare la distanza di sicurezza.

Dicevamo in premessa: in un momento normale questa pagliacciata per fortuna sarebbe finita nell’oblio nel giro di qualche ora. Ma, tra immagini trash e propositi insensati, c’è anche il mancato rispetto di qualunque norma di distanziamento sociale, proprio nel momento in cui l’epidemia di coronavirus sembra iniziare a scemare. Il signor Pappalardo è liberissimo di dire quello che gli pare sulla pandemia, ma qui il discorso è diverso: l’ex generale e il suo seguito, ignorando le precauzioni contro il virus come la mascherina, potrebbero causare un danno sociale enorme, che non andrebbe a colpire solo loro.

Il diritto a manifestare è sacrosanto, come lo è il diritto a manifestare dicendo sciocchezze, ma non c’è alcun diritto a mettere a repentaglio la salute di tutti con un comportamento irresponsabile. Il signor Pappalardo da anni è sbeffeggiato sul web per una miriade di figuracce collezionate ai microfoni della Zanzara di Giuseppe Cruciani, quindi non ci si può stupire che affermi che il coronavirus si curi con lo yoga e che si debba tornare alla lira per vivere in un Paese migliore. Pappalardo come hobby crea movimenti politici. La lista è lunga: Movimento solidarietà democratica (1993), Patto per l’Italia (1993-1994), Lega d’Azione Meridionale (2001), Biancofiore (2001), Partito dei Socialdemocratici (2007) e Movimento Liberazione Italia (2016-2019). Per poi finire ai gilet arancioni.

Il problema non è solo Pappalardo, che con il suo look è già tutto un programma, ma anche chi lo segue, creando un assembramento senza interessarsi di una pandemia che non è ancora finita per ascoltare parole come: bisogna «cacciare questa dittatura nazista dal nostro Paese. Perché la gente non ne può più di questa vergogna di essere costretti a stare lontani, non accadeva da tre mesi, senza mascherine abbiamo ricominciato a respirare e la gente gridava: “Libertà”».

Oggi ho cercato di farvi sorridere di fronte a un personaggio che riempie le piazze negando l’esistenza di una pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo. Ma la verità è che non c’è nulla da ridere, c’è solo da essere furibondi, visto che questi signori rischiano di mettere a repentaglio tre mesi di sacrifici di tutti. Li guardo e non provo compassione, solo sbigottimento.