Friendzone: una palude inestricabile
Prendo una pausa dalla politica e dall’attualità per dedicarmi a un argomento in apparenza frivolo, ma che in realtà non lo è, è difficile per i ragazzi da spiegare e per i genitori da capire, ed è difficile soprattutto perché i ragazzi stessi (adolescenti e preadolescenti) non sanno ben definirlo. È un ottimo esempio di fenomeno esistito da sempre, ora enfatizzato e talvolta portato all’esasperazione dai social. Parlo della cosiddetta «Friendzone». Dal vocabolario dei neologismi, dicasi Friendzone quando una persona, trovandosi nella situazione di non ricambiare i sentimenti di un’altra, la costringe a rimanere amici. Una cosa vecchia come il mondo, insomma. Tuttavia questa definizione, che ritenevo attendibile fino a qualche giorno fa, ha numerosi difetti.
Facciamo un esempio: Giovanna è innamorata di Alberto e si è appena dichiarata. Caso 1) Lui non corrisponde e la rifiuta seccamente, senza possibilità di appello e anzi non vuole più sentirla. Caso 2) Lui non corrisponde, ma non ha le palle per dirglielo, anzi ha qualche ritorno (sociale, economico o di qualsiasi tipo) nel sentirsi corteggiato da Giovanna. Dunque, le dice «Mi piaci, ma non mi voglio impegnare in questo momento, sono in un periodo difficile, forse sono gay» e altre menate. Per mesi scrive a Giovanna, la tiene sul filo, la provoca, la usa in vario modo come zerbino. Dopo sei mesi, Giovanna lo trova sposato con un’altra.
Nel primo caso non è Friendzone, è un semplice rifiuto, e Alberto aveva tutto il diritto di non essere innamorato di Giovanna; il secondo è il tipico esempio di Friendzone ed è una situazione che va evitata come la peste. Giovanna, scappa finché puoi!
Il problema sorge nel caso 3) Alberto non è innamorato di Giovanna, ma le vuole bene davvero, la vuole nella sua vita e non ha nessun ritorno nel vederla infelice, riesce a chiarire la sua posizione senza darle alcuna illusione riguardo a una relazione sentimentale. Questo caso non può essere considerato Friendzone perché Alberto non inganna Giovanna. Il che non significa che Giovanna non soffrirà, perché un amore non corrisposto fa sempre male, ma poi piano piano si cicatrizza, ci siamo passati tutti. Spesso noi (mi ci metto dentro anch’io) chiamiamo Friendzone sia il secondo che il terzo caso e questo rende difficile la comunicazione con quelli che non sono della nostra generazione. In ogni caso, non ci siamo inventati niente, le situazioni comiche legate alle relazioni «strane» ci sono sempre state. Facebook le rende solo pubbliche in maniera inquietante, ma facendo ridere più persone contemporaneamente. Magari aiuta a sdrammatizzare.
Impegnata tra libri e scacchi, in movimento tra Padova e Torino, sempre con una forte dose di sarcasmo.