Fumetti: Staino delude con la pecora Fassina

Alla ricerca della pecora Fassina
Sergio Staino
Giunti —  2016 — 16 euro

stainopecoraIn quarta di copertina si legge un avviso che suona come un avvertimento censorio: «La lettura è consigliata ad un pubblico adulto di sinistra accompagnato da figli o conoscenti giovani, che possano tenerlo per mano nelle scene più crude in cui l’Autore affonda le mani nella carne delle contraddizioni ideologiche». Sopra il disegno di uno spelacchiato signore, Bobo, in sedia a rotelle che urla al vento e al mare il suo primordiale «Berlinguer dove sei? Perché mi hai abbandonato…», mentre i nipotini giocano con la sabbia e lo compatiscono: «Oh my God! Here we go again» (Mio Dio, ci risiamo), «Poor great granpa» (povero grande nonno).
Ecco il nocciolo della annosa questione, l’abbandono. Il Bobo dei disegni di Staino è un ormai attempato signore abbandonato in un mondo affollatissimo, incasinato, negazionista di ogni ideologia passata presente e futura, nel quale è vero tutto e il contrario di tutto perché a nessuno frega niente di niente. Il nostro gira, parla, si dispera, cerca appigli ma non ce la fa! Il compagno che c’è in lui non riconosce i nuovi compagni di strada: il Pd non è il Pci, Renzi è come Berlusconi, anzi no, Renzi è Berlusconi, quindi non può essere un compagno. Quando cerca aiuto nella scienza giuridica, trova Sabino Cassese sotto una tenda a fare il cartomante che senza l’aiuto delle carte gli spiega ciò che è noto a tutti e cioè che ogni popolo ha la sinistra che si merita e che noi ci meritiamo Renzi. Avrà quindi ragione Stefano Fassina, pecorella smarrita di questo indefinibile Pd postmoderno?
Come scrive nell’introduzione al volume Ellekappa: «Si sa che quando il gioco si fa duro i duri iniziano a disegnare, e così Sergio Staino, armato di sacrosanta esasperazione di fronte all’ennesimo suicidio politico di questo partito, prendendo proprio a pretesto l’uscita di Fassina, si avventura in un trekking mozzafiato tra i protagonisti del dibattito che ha incendiato la già di suo rovente estate del 2015».
L’odissea di Bobo si conclude nel futuro, nell’Italia del 2035… Lasciamo giustamente al lettore il piacere-dispiacere di scoprire ciò che ci aspetta secondo il nostro autore.
Noi concludiamo modestamente che se la satira politica deve far paura al potere e far riflettere un popolo, questa non è satira. Alla ricerca della pecora Fassina fa sorridere il potere, mentre annoia coloro che ne hanno abbastanza di ridere di un potere che non li guarda neanche più.

C.R.