I guai di Trump: fra Russiagate, Merkel e l’Fbi
La popolarità del presidente Donald Trump è calata negli ultimi tempi anche a causa del cosiddetto Russiagate. Secondo un sondaggio riportato da Fox News il 53% degli americani boccia il suo operato, mentre solo il 40% lo promuove. Inoltre, meno del 30% degli intervistati è convinto dell’innocenza del tycoon riguardo ai suoi rapporti col Cremlino.
Secondo il New York Times l’intelligence statunitense venne a sapere, durante la scorsa estate, che il governo russo era interessato a provare ad influenzare l’operato di Trump attraverso due collaboratori molto vicini a lui, ovvero Paul Manafort, presidente della campagna elettorale, e Michael Flynn, allora consigliere per la politica estera e la sicurezza nazionale. Quest’ultimo viene anche accusato di aver avuto e tenuto nascosto importanti legami con l’ambasciatore russo, oltre alle sue collaborazioni con l’ex presidente ucraino, ora in esilio proprio in Russia, Viktor Ianukovich. Fonte di queste informazioni per il Nyt sarebbero almeno sei tra dirigenti e ex dirigenti dell’intelligence.
Altra nota dolente, da questo punto di vista, è il genero di Trump Jared Kushner, intoccabile all’interno dell’establishment governativo e che per i suoi importanti contatti con personaggi di spicco vicini al Cremlino è ora sotto inchiesta. Il presidente per ora lo ha difeso senza remore, anche se i rapporti tra i due sarebbero sempre più tesi.
L’ombra più nefasta sul’inquilino della Casa Bianca è però quella dell’impeachment: Trump sempre dichiarato di non essere stato a conoscenza dei rapporti tra i suoi collaboratori e i russi, ma anche se ciò si rivelasse vero potrebbe essere accusato di intralcio alla giustizia per il licenziamento di James Comey, che da direttore dell’Fbi stava indagando proprio su tale vicenda. Ora a prendersi carico l’inchiesta, dopo la nomina da parte del dipartimento della Giustizia, è stato Robert S. Mueller III, dal quale non ci si aspetta nessuno sconto e la cui imparzialità non è messa in dubbio né dai repubblicani né dai democratici. Va però sottolineato come, almeno per ora, l’ipotesi di impeachment sia remota, in quanto dovrebbe essere appoggiata dal Congresso e i precedenti sono pochi.
Nel frattempo, si fanno difficili anche i rapporti tra il tycoon e l’Europa. La cancelliera Angela Merkel, durante il G7 di Taormina, non ha nascosta la sua sfiducia verso il presidente dichiarando che «i tempi in cui potevamo fare pienamente affidamento sugli altri sono passati da un bel pezzo, l’ho capito negli ultimi giorni», riferendosi, seppur in modo velato, proprio all’America di Trump.