Libri «gender»: l’intervista al libraio «ribelle»

Le foto sono state scattate da Federica Tronci
durante la lettura pubblica dei libri «vietati»
a Padova, sabato 17 ottobre

Il tema del gender, o meglio, la paura del diverso, della novità e «dell’altro» ha colpito anche la cultura. È stata infatti redatta dal Comune di Venezia una lista di cosiddetti «libri vietati», perché considerati pericolosi e non adatti ai bambini, anche se proprio ai bambini erano rivolti. E anche a Padova il sindaco leghista Massimo Bitonci ha appoggiato questa iniziativa.
La libreria padovana per bambini «Pel di Carota» è stata al centro di critiche anche pesanti per aver organizzato la lettura pubblica di questi libri, ma è stata anche capace, per fortuna, di far parlare del tema, di scegliere la cultura e non la censura e in ogni caso di scegliere l’informazione e non l’oscurantismo per cercare di creare un dialogo, non di imporre delle idee, ma regalare le basi e le informazioni necessarie senza le quali non è possibile crearsi idee e opinioni.
«Si è parlato molto della nostra libreria perché abbiamo proposto delle letture che comprendevano dei “libri gender” ma non solo. Volevamo farli conoscere e far capire che non c’erano solo queste tipologie di libri e che in ogni caso avevano tutto il diritto di esistere», ci ha detto Maurizio Citran, uno dei titolari della libreria.
«C’è bisogno di certezze evidentemente e qualcuno ci tiene a mettere il dito nella piaga – continua Citran – facendo leva sulle paure delle persone, come per esempio la paura dell’altro, dello straniero, del diverso in generale, di una famiglia diversa, negando quello che è di fronte agli occhi di tutti. In questo caso vorrebbero impedire ai bambini di rendersi conto di una realtà che comunque è di fronte ai loro occhi, si può scegliere di non parlarne, ma rimane la realtà. I libri trattano di temi delicati in modo delicato, a portata di bambino».

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C’è chi ha comprato questi libri?
Certo. È anche aumentata la richiesta di questi libri. C’è chi li ha acquistati per regalarli, magari già li conoscevano e hanno pensato «ecco è l’occasione buona per sottolineare l’importanza di certi titoli» e persone che sono venute ad acquistarli per sé stessi perché volevano leggerli e conoscerli.

Anche i docenti e gli educatori si sono interessati a questo tipo di libri?
Ci sono state diverse insegnanti ed educatrici che ci hanno dato il loro sostegno, poi non lo so. Vorrei pensare che le persone con la mente aperta siano la maggioranza, ma non escludo nulla. Anche tra i genitori, da quello che sento, non ci sono posizioni univoche, ci sono persone che sposano le idee del sindaco e che quindi hanno il timore che i figli vengano condizionati nel modo sbagliato. Purtroppo tutto deriva dal fatto di non conoscere.

Quindi è questa l’argomentazione dei «genitori contro»: non voglio che mio figlio venga influenzato nel modo sbagliato?
Esatto, perché hanno sentito parlare di libri gender che secondo loro non vanno bene, ma non sanno che all’interno della lista ci sono anche libri che parlano di altre cose e opporsi per principio, senza prima informarsi, non va bene. Credo che sia così, perché sfido chiunque a leggere quei libri e poi venirmi a dire che sono dannosi. È anche un po’ triste e preoccupante, a pensarci, che sia stata redatta una lista di libri vietati, senza che prima siano stati letti. Perché può capitare a tutti di parlare di argomenti che non si conoscono in modo profondo, però costerebbe anche poco documentarsi un po’. Accade per tanti temi, il fatto di dare giudizi affrettati perché «l’ha detto il tale e io ci credo».

E come mai di fronte alla paura, le persone neanche si informano e subito si chiudono in sé stesse?
Non saprei, me lo chiedo anche io, davvero. Talvolta cerco di mettermi nei panni delle persone che dicono magari «lasciamoli annegare in mezzo al mare» quando si parla di immigrati: il fatto è che sembra che non riescano o non vogliano immedesimarsi nei bisogni degli altri, dimenticandosi quello che è successo in passato. A molti fa più comodo così.

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Ci sono bambini che hanno espresso le loro impressioni dopo aver letto questi libri?
Recentemente non abbiamo avuto bambini che ci hanno raccontato le loro reazioni, ma sono libri che abbiamo letto molto in passato e che continueremo a leggere, attraverso incontri e letture nelle scuole e non c’è mai stato nulla di strano. Il più delle volte erano libri conosciutissimi da chi lavora nel mondo della scuola, tante volte anche dagli stessi bambini attraverso i genitori o attraverso gli stessi insegnanti e non hanno colto nulla di così scandaloso, perché spesso sono libri anche divertenti. I bambini colgono questo: il divertimento insieme al tema, per esempio, che è giusto accettare l’altro, impreziosire le differenze e accettare anche sé stessi in certi casi, quindi non è mai avvenuta nessuna reazione negativa o scioccata da parte dei bambini, loro sono sempre gli ultimi che si pongono questi problemi.