Gesù è nudo nelle modelle di Tito Borsa
Tito Borsa, fondatore e firma di questo blog, ci ha da sempre abituato alle sue interessanti provocazioni. Sulla sua pagina Instagram in questi giorni sta uscendo il suo nuovo progetto, «Jesus is naked», ossia «Gesù è nudo». Le modelle sono Giulia Carluccio, Marian Pellegrinet e Hilary Roman. Una provocazione che vuole mettere in luce il coraggio di chi decide di esporsi mostrando il proprio corpo nudo.
Contro l’esclusione di chi posa nudo
Abbiamo tre ritratti piuttosto espliciti di tre ragazze affiancati, con il contributo grafico di Andrea Chiara Daniso, ad alcune frasi iconiche del Vangelo. Al di là dell’evidente provocazione nell’affiancare sacro e profano, spiega Borsa, «Cristo è stato il primo a occuparsi degli esclusi dalla società, e oggi chi posa nudo o vende contenuti erotici è un escluso, appunto». Per questo motivo, continua l’Autore, «ho la presunzione di pensare che Gesù starebbe dalla parte di queste persone e non si unirebbe al coro di chi le giudica e le esclude».
Un’esclusione, quella di cui parla Borsa, non de iure ma principalmente de facto. Le donne che posano nude in contesti più o meno sessualizzati vengono considerate, anche da una parte del femminismo, delle «donne sbagliate». Donne «permale» contrapposte alle donne «perbene» e, soprattutto, viste come involontarie alleate della società patriarcale che invece con il loro sforzo contribuiscono a colpire.
«Questo riguarda quasi esclusivamente le donne oppure gli uomini che posano nudi senza voler mostrare la propria presunta virilità», spiega Borsa. È socialmente accettato, si vedano i calendari degli sportivi, che degli uomini mostrino il proprio corpo nudo se esibiscono «virilità». Se non lo fanno, sono considerati degli «uomini di serie B», mentre alle donne non è concesso di mostrare il proprio corpo in alcun modo. Anche le performer del cosiddetto «porno mainstream», desiderate dagli uomini finché recitano e danno forma alle loro fantasie, vengono poi viste come «donne permale» da una società che le reputa cittadine di serie B. «Cristo sicuramente si sarebbe schierato dalla loro parte», afferma Borsa.
Una concezione tutt’altro che religiosa
«Non credo in Dio e nutro una grande diffidenza nei confronti della Chiesa», spiega il fotografo. Il significato di questo lavoro è quindi tutt’altro che religioso: «Da ateo ho grande rispetto per la figura di Cristo che, sebbene animato da intenzioni che non mi interessano, è stato il più grande rivoluzionario della Storia. La sua attenzione agli ultimi e agli esclusi dovrebbe essere una lezione per tutti noi».
«È ovvio che affiancare foto di questo tipo a frasi del Vangelo è una provocazione e vuole causare una reazione», afferma l’Autore, «ma non è né una provocazione fine a se stessa né un attacco alla figura di Cristo che invece vorrei attualizzare. Queste ragazze stanno seguendo il suo esempio».
Il sacrificio della Croce
Su un piano più teologico Gesù, morendo in Croce, si è sacrificato per il bene dell’umanità intera, anche di coloro che lo disprezzavano. Chi decide di posare nudo, aggiunge Borsa, «sta facendo qualcosa di analogo: sono queste persone a prendersi insulti e giudizi, sono loro a essere escluse, e il loro “sacrificio” è indispensabile per rendere l’esibizione del corpo nudo e il lavoro sessuale socialmente accettati».
Il «sacrificio» di queste performer è utile anche a chi non poserà mai nudo perché, secondo Borsa, valorizzerebbe la scelta di non farlo: «Decidere di non esporre il proprio corpo è una scelta legittima che però dev’essere una decisione personale, non basata sulle regole sociali. Se mostrarsi nudi diventasse una cosa socialmente accettata, allora la decisione di non farlo assumerebbe il vero significato di una scelta». E quindi, conclude Borsa, «queste ragazze, insieme a tutti coloro che si sacrificano in vari ambiti per cambiare il mondo, stanno seguendo l’esempio di Cristo. Del Gesù umano, prima ancora dell’eventuale Gesù divino».
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