Giorgino: una riflessione su giornalismo e società
Giornalismi e società
Francesco Giorgino
Mondadori Università – 2017 – 32 euro
Francesco Giorgino, famoso soprattutto come conduttore dell’edizione del Tg1 delle 20, è anche studioso di scienze sociali e di Sociologia della Comunicazione e del Giornalismo, insegnando da molti anni alla Sapienza e alla Luiss a Roma. Giornalismi e società cerca di fare il punto sul ruolo di mediazione dell’informazione, che dovrebbe cioè «mediare» le notizie per renderle fruibili a un pubblico, nell’era della globalizzazione e della personal communication. Quest’ultimo fattore è senza dubbio fondamentale: cosa contraddistingue i giornalisti, quando chiunque può crearsi un blog oppure dare una notizia o commentarla su Facebook? Senza dubbio l’autorevolezza, di una testata o di una firma, che può garantire la qualità del lavoro agli occhi dei lettori.
Quattro sono le tesi sostenute nel libro. La prima è che, pur nell’evoluzione dei modelli tradizionali a vantaggio di nuove categorie interpretative (dal citizen journalism al data journalism, dal brand journalism alle all news) resta esclusiva la capacità dell’informazione di ricercare, indicare e perseguire quell’orizzonte di senso che nessun altro può garantire. La seconda tesi, relativa al rapporto fra giornalismo e politica, è che più che sulla quantità occorre puntare sulla qualità, se si vuole implementare il livello di democrazia di un Paese. La terza tesi è che l’informazione deve interpretare anche la funzione di arbitro fra politica ed economia, contribuendo a mettere un argine alla prevaricazione della finanza. La quarta e ultima tesi è che nel ventunesimo secolo l’acquisizione della conoscenza da parte del pubblico (interattivo e non più solo attivo) coincide in larga misura con la fruizione di contenuti mediali. E questo dilata la responsabilità dei mezzi di informazione.
Giorgino, dalla sua particolarissima posizione di giornalista e di studioso di scienze sociali, spazia da riflessioni sulla società a ragionamenti sulla politica, sull’economia e sulla cultura. Il giornalismo, di per sé, c’è e non c’è: onnipresente ma spesso «nascosto», per cercare di non produrre l’ennesimo «memoriale» (per usare le parole di Mario Morcellini in Prefazione), consistente negli «esercizi di auto-riflessione di professionisti che decidono di fermare su carta la loro conoscenza delle regole, dei processi, dei segreti del giornalismo». Giornalismi e società è senza dubbio qualcosa di diverso da un manuale, è una riflessione che può apparire a molti – stufi dei concetti triti e ritriti di teoria dell’informazione – una vera boccata d’ossigeno.
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