La storia di Giorgiana Masi, un mistero italiano ancora irrisolto
Giorgiana Masi
Concetto Vecchio
Feltrinelli – 2017 – 18 euro
A quarant’anni dalla sua morte, l’Italia non si ricorda più di Giorgiana Masi, uccisa il 12 maggio 1977 durante una manifestazione organizzata dai radicali in piazza Navona per celebrare il terzo anniversario del referendum sul divorzio. Il ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, dopo l’omicidio del poliziotto Settimio Passamonti, ha vietato i raduni in piazza. Manca meno di un anno al sequestro moro e in Italia c’è un clima da guerra civile. Pannella e compagni però ignorano il divieto e vanno in piazza.
Giorgiana Masi viene uccisa mentre sta fuggendo da una carica delle forze dell’ordine sul ponte Garibaldi. Nonostante l’omicidio avvenga in un luogo affollato, con centinaia di persone presenti, nessuno vede niente. Da qui parte l’inchiesta di Concetto Vecchio, giornalista di Repubblica, su un delitto che dopo quarant’anni è ancora senza un colpevole. L’omicidio della diciottenne Giorgiana avviene all’ombra del duello mortale che per decenni ha contrapposto il leader radicale Marco Pannella a Cossiga. Un’indagine storica con una fortissima impronta narrativa capace di parlare non solo alla generazione della Masi, ma anche ai giovani di oggi.
«Mi sento paralizzata», disse Giorgiana quando la folla si accorse di lei. Inizialmente si pensò che fosse inciampata, visto che non si vedeva sangue. La trascinarono verso piazza Sonnino e lì fermarono una macchina che la portasse in ospedale. La storia inizia quando la vita della ragazza finisce. In una Roma quasi irriconoscibile per chi non l’ha vissuta, con i poliziotti che si mischiano ai manifestanti e si allontanano dopo aver scatenato il caos.
Oltre alla morte di Giorgiana, che già da sola merita di essere ricordata, il saggio di Concetto Vecchio ritrae un momento storico importantissimo per l’Italia, le cui proporzioni tendiamo troppo spesso a dimenticare.
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