Un giovane alla ricerca del Pasolini professore
Improvviso il Novecento. Pasolini professore
Giordano Meacci
Minimum Fax – 2015 – 15 euro
Sono passati ben sedici anni da quando Giordano Meacci dà alle stampe per la prima volta questo volume. Ricompare giustamente quest’anno per il quarantennale dalla morte del protagonista della narrazione, Pier Paolo Pasolini.
Nel 1995 Meacci è un giovane scrittore di ventiquattro anni in cerca di testimoni diretti per scrivere un libro su Pasolini professore, sulla Roma letteraria degli anni Cinquanta, sulla mania pedagogica che mai si esaurirà nell’artista friulano.
Ne viene fuori non un ritratto ma una rappresentazione corale che dà la misura della ricchezza intellettuale di un secolo, il Novecento. Anche il volume è ricco e interessante. Molto belle le interviste ai testimoni diretti dei cinque anni che Pasolini trascorse da insegnante alla scuola media di Ciampino. Bellissimi i contributi di Vincenzo Cerami, allievo di Pasolini, di Sandro Veronesi e Fernanda Pivano. Cerami ricorda: «È con Pier Paolo che ho scoperto che esistevano i libri. I romanzi, le poesie. Romanzi che lui ci leggeva, a scuola, l’ultima mezz’ora di lezione. Non solo le poesie… Romanzi interi».
La ricerca di Meacci arriva fino a Casarsa in Friuli, dove il poeta trascorse vari anni prima di trasferirsi a Roma e dove è sepolto. Ma qui prevalgono la malinconia per essere arrivato tardi e il vuoto. «Volevi la sicurezza di essere alla fine del viaggio, rivedere la tomba per recuperare quei quattro anni di stasi tra la tua nascita e la sua morte, colmare il vuoto del vostro non incontro. Non hai potuto farlo».
Peccato che nella nuova introduzione con la quale l’autore ha voluto presentarci la riedizione la sua scrittura si sia inutilmente complicata di funambolismi retorici che potrebbero allontanare i lettori meno pazienti. Per il resto, promozione piena per quello che sembra il reportage di un viaggio alla ricerca di Pasolini professore.
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