Gli europeisti si mettano una mano sulla coscienza prima che sia troppo tardi
L’Europa è pronta a cambiare? Se la risposta si trova nel nuovo parlamento europeo uscito fuori dalla recente tornata elettorale allora la risposta non sembra essere certa. Sicuramente c’è un dato positivo: i cittadini europei hanno dato un segnale di discontinuità, ma tale segnale è andato a frantumarsi in più direzioni diversi. La cattiva notizia è che se è escluso che possa nascere una maggioranza che includa i sovranisti è praticamente certo che il partito liberale cioè il partito più fortemente europeista (in senso reazionario) e più fortemente legato ai folli parametri e al modello economico che sta distruggendoci sarà la chiave determinante di questa eventuale nuova maggioranza in cui il partito popolare e soprattutto quello socialista europeo hanno perso parecchi seggi. Ne consegue che il nuovo corso politico europeo sarà ancor più all’insegna del rigore e dell’austerity. Ma saranno mai capaci di essere tanto masochisti? Potranno fare questo nonostante il voto di tre dei quattro paesi più importanti (Italia, Francia e Gran Bretagna) abbia chiaramente espresso tutto l’opposto?
I vecchi alibi europeisti stanno cadendo:
l’UE come grande potenza alternativa a Stati Uniti: dal punto di vista geopolitico siamo sempre alle dipendenze USA;
l’UE come scudo contro lo strapotere delle grandi multinazionali: l’UE è il più grande comitato lobbistico del mondo;
l’Euro come moneta stabile che ci tutela dall’inflazione: quest’ultima vera, peccato però che ci condanni alla deflazione (neanche col quantitative easing abbiamo raggiunto l’obiettivo del 2%) ed al ristagno economico considerando anche il fatto che la BCE ha come unico vero obiettivo la stabilità dei prezzi a scapito della piena occupazione.
Sicuramente l’Europa unita ci dà anche tanti vantaggi ma come si può non vedere come queste regole, questo modello economico strozzino il welfare, lo stato (cioè tutti i cittadini) a vantaggio di pochi potenti privati o poche potenti nazioni?
Gli europeisti più sfegatati devono mettersi una mano sulla coscienza. Ci sono grandissimi problemi nelle regole europee. Non funzionano. Se costoro avessero davvero a cuore l’Europa capirebbero che una riforma, un cambiamento totale di paradigma non è più rinviabile. Altrimenti sarà un bagno di sangue.
Nato nel 1993, felicemente piemontese. Dopo gli studi di ragioneria, mi sono addentrato in quelli di Lettere, conseguendo la laurea triennale. A breve, arriverà anche il titolo magistrale.