Gli umani su Marte nel 2024? Musk ci crede
Mentre in Italia e nel resto di Europa si affrontano i problemi legati agli scenari politici ed economici, alcuni big dell’industria hanno iniziato ad esplorare lo spazio. Il più eclatante tra questi è Elon Musk, il boss di Tesla e di Space X, che, oltre a essere un grande imprenditore, è noto alle cronache anche per essere un grande visionario.
Già da tempo, infatti, il tycoon aveva proposto un’idea alquanto bizzarra che riguardava il famoso pianeta rosso, ovvero la futura colonizzazione di Marte.
Sicuramente se il clima subirà altri cambiamenti, l’uomo sarà costretto a trovare un’alternativa nello spazio; tuttavia, sebbene questa idea potrebbe rivelarsi necessariamente attuabile, purtroppo la sua realizzazione sembra alquanto lontana.
Ciononostante, anche in questo caso, l’imprenditore sudafricano lancia una soluzione ipotetica: la nuclearizzazione di Marte.
L’idea trova fondamento nelle ultime ricerche condotte dagli astronomi e parte da alcune conoscenze storiche che riguardano la presenza di acqua su Marte.
Infatti, l’acqua necessaria a ricoprire l’intero pianeta per circa 8 metri di profondità risulta essere «nascosta» sotto i poli e la proposta verte sul posizionamento di alcune testate nucleari verso tali estremità.
Ma a che risultato dovrebbe portare tutto ciò?
Lo scopo è quello di ricreare un’atmosfera idonea allo sviluppo di esseri viventi e ciò potrebbe avvenire grazie all’anidride carbonica e al vapore acqueo che verrebbero prodotti dalla reazione nucleare.
Questi gas dovrebbero creare un «effetto serra» che dovrebbe servire per aumentare l’atmosfera del pianeta rosso in previsione della futura colonizzazione umana.
Secondo Musk sarebbe infatti possibile trasportare, entro il 2024, alcuni umani sul pianeta, grazie anche al nuovo motore a propulsione Raptor progettato proprio da Space X.
Purtroppo gli ostacoli sembrano essere ancora molti e il primo tra tutti pare essere proprio imputabile a Raptor che risulta essere ancora in piena sperimentazione.
In secondo luogo, affermano gli esperti, anche se fosse attuabile l’idea del magnate della Tesla, l’apporto della CO2 prodotta sarebbe troppo esigua per poter essere sfruttata dall’uomo.
Inoltre, secondo altri critici non meno autorevoli, le esplosioni prodotte potrebbero provocare un lungo inverno nucleare, anziché favorire il riscaldamento atmosferico richiesto.
Quindi, sebbene i «se» e i «ma» sembrino essere ancora molti, queste idee sono una benedizione per l’umanità perché mantengono alti gli obiettivi e le aspirazioni di un umanità che, o per scelta, o per necessità, prima o poi forse dovrà volgere gli occhi allo spazio.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.