Beppe Grillo razzista ma con moglie musulmana
Lo confesso: sabato sera ero a vedere «Grillo vs Grillo», lo show del comico genovese, al Gran Teatro Geox a Padova. Quasi due ore di battute e di risate di cui però soltanto una, nemmeno la più riuscita, ha fatto il giro dei social network e della stampa nazionale. «Oggi il sindaco di Londra è uno del Bangladesh. Lo hanno accolto con un entusiasmo pazzesco. Poi si farà esplodere alla Camera dei Lord e allora diranno “ci siamo sbagliati”».
Pronunciata all’interno di un discorso più ampio, in cui venivano esaltati Steve Jobs (figlio di immigrati) e il presidente senegalese di Credit Suisse, la frase ha suscitato lo sdegno di tutte le forze politiche avverse al Movimento 5 Stelle. Nessuno ricorda la conclusione del ragionamento, «Ognuno ha gli immigrati che si merita»: la battuta è stata riportata completamente estrapolata dal suo contesto, subendo quindi un’implicita manipolazione.
Tanto di cappello a Grillo che, quando opportuno, sa benissimo come catalizzare su di sé l’attenzione di giornali e televisioni, facendo cadere in secondo piano episodi ben più interessanti e problematici come i tre sindaci pentastellati (Livorno, Parma e Pomezia) indagati, l’inchiesta riguardante l’ultimo dei quali, Fabio Fucci, è stata archiviata.
«Affermazioni del genere non sono satira, ma alimentano paure nei confronti di una comunità che in tutta Europa sta cercando di entrare a far parte della vita pubblica, spesso osteggiati e minacciati dagli estremisti che non fanno di tutto perché la comunità islamica sia isolata nei paesi europei», si indigna Francesco Gerace sull’Unità renziana. Continua il giornalista: «Nemmeno il leader leghista Matteo Salvini, che sulla leva della paura dell’invasione islamica gioca gran parte della sua linea politica, è mai arrivato ad esprimere considerazioni così pesanti». Siamo d’accordo che forse qualcuno sarebbe disposto a pagare per uno spettacolo di cabaret del leader leghista, ma il paragone appare per lo meno assurdo.
La battuta, se considerata dentro il contesto in cui è stata pronunciata e, soprattutto, se considerata con onestà intellettuale, rappresenta dal punto di vista comunicativo una sorta di «caduta» del discorso, e in quanto tale provoca riso. Proviamo a spiegare meglio la strategia comunicativa che ha portato a questa uscita: Grillo ha elencato alcuni immigrati che hanno avuto successo nella vita (Jobs per esempio, ma anche il sindaco di Londra) ma ha subito creato un’immagine quasi paradossale che ha suscitato le risate. In questo modo il comico si è preparato il terreno per la stoccata finale che colpisce gli italiani e non gli stranieri: «Ognuno ha gli immigrati che si merita».
Tutto fila e tutto torna. Grillo, che ha quasi mezzo secolo di esperienza alle spalle, ha seguito pedissequamente quasi un canone della comicità, aggiungendo poi l’assenza di qualunque contenuto politically correct. Quando mai ha fatto diversamente?
Da notare poi che Beppe Grillo, in quanto «xenofobo» e «razzista», è sposato da vent’anni con Parvin Tadjk, cresciuta a Milano ma figlia dell’importatore di tappeti iraniano Nasratollah Tadjk. A detta del comico, quella è la sua «famiglia musulmana». Forse questi collegamenti sono troppo complessi per chi ha l’impulsività collegata direttamente a Twitter. Che si indignino pure, questa volta ha vinto — sparando quasi sulla croce rossa — lui.
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia
L’islam non è una razza.