I furbetti della svolta ecologista
«Segui i soldi e troverai la mafia», diceva Falcone. La malavita organizzata, ma anche gli evasori e i delinquenti locali, usano ogni pertugio utile per provare a ingannare lo Stato e le aziende concorrenti, molte volte riuscendo nel loro intento. Inoltre in un mondo che cambia così velocemente, con gli organi statali e la burocrazia connessa che non riescono a stare in questo schema, chi vuole avvantaggiarsi in modo illegale riesce ad adattarsi e a sfruttare ogni occasione che gli si presenta davanti, fra «mode» del momento e nuovi mercati che si stanno facendo largo su scala mondiale.
Prendiamo ad esempio l’ultimo caso: la Bio-On SpA, presunta azienda all’avanguardia nella produzione di bioplastiche, i cui titolari pare abbiano pensato bene di usare la nuova coscienza ecologica, che ha preso piede a livello mondiale, per trarre milioni di profitti in modo ingannevole. L’azienda, il 22 dicembre 2016, aveva annunciato di aver firmato contratti per 140 milioni di euro in tre anni, con la previsione di produrre 100mila tonnellate all’anno di bioplastica PHAs e con la prospettiva di aprire altri impianti in Europa e in Asia. Quel giorno l’azienda ha registrato un +23% in borsa, numeri da capogiro; in particolare Astorri, il Presidente, dall’annuncio ad oggi aveva incassato 36 milioni di euro.
La settimana scorsa, però, lo stesso Astorri è stato arrestato e, in sua compagnia, son finiti il suo braccio destro Cicognani e il Presidente del Collegio sindacale Capodaglio, tutti e tre accusati di aver manipolato il mercato. I contratti firmati sarebbero infatti risultati falsi: in particolare uno, da 55 milioni di euro, era stipulato con una multinazionale inesistente.
Citando invece casi meno recenti, non possiamo dimenticarci del caso Arata, che ha scatenato discussioni all’interno dell’ormai passato Governo gialloverde; discussioni concluse con la revoca della carica di Siri al sottosegretariato alle Infrastrutture. Arata dichiarava: «I politici sono come le banche, li devi usare! E ogni volta che li usi paghi, basta!». E si sospetta che, proprio tramite un giro di tangenti, possa aver ottenuto fondi Statali (tra 10 e 15 milioni di euro) per i parchi di produzione di energia eolica di Vito Nicastri, quest’ultimo ritenuto vicino a Cosa Nostra e condannato a 9 anni per concorso esterno per associazione mafiosa per aver finanziato la latitanza di Matteo Messina Denaro.
Un altro caso importante da citare è stato portato a galla dai Finanzieri del nucleo di Polizia di Frosinone. Lo scorso luglio tre società che operano nel settore delle rinnovabili e dell’efficientamento energetico, con sede in Veneto e nel Lazio, si son viste sequestrare ben 47 milioni di euro, con 6 persone indagate: l’accusa è di truffa per aver ottenuto illegalmente finanziamenti pubblici, erogati dalla GSE SpA (Gestore Servizi Energetici), società pubblica controllata dal Ministero dell’Economia.
Esiste quindi una sterzata importante verso nuovi materiali e nuovi modi più sostenibili di produrre energia, che il Governo italiano sembra voler incentivare. Come per molte altre misure, però, servono anche i controlli stringenti su chi richiede questi finanziamenti, perché la struttura burocratica dello Stato è fragile e la speculazione, in borsa o per altri scopi poco nobili, è sempre dietro l’angolo.
Nato a Padova il 15 giugno 1994.
Diplomato in ragioneria, attualmente iscritto alla triennale di Ingegneria dell’Energia nella mia città.
Sono una persona curiosa in molti i campi, dalle nuove tecnologie, in particolare quelle che riguardano l’ambiente, alla politica, passando per lo sport.