Per un’idea di sviluppo ecosostenibile in Campania
Sabato 24 marzo si è tenuto a Napoli il corteo regionale «A difesa della nostra terra: jatevenne (andatevene)» per denunciare le collusioni tra politica e camorra nella gestione dei rifiuti, emerse anche dalle recenti inchieste sull’illecito smaltimento di rifiuti in regione Campania (vedi https://youmedia.fanpage.it/video/aa/Wofx8uSwwSUBUYIW ). L’organizzazione è stata curata da una coalizione sociale di movimenti contro l’emergenza sanitaria ed ambientale: Stop Biocidio. Per fare chiarezza sugli obiettivi che come si intende perseguire, abbiamo posto alcune domande a Roberto Braibanti, del Dipartimento Ambiente di Sinistra Italiana.
Al di là della protesta – legittima – per quanto avvenuto negli ultimi anni e soprattutto per quanto denunciato dall’inchiesta di Fanpage sugli intrecci tra malapolitica, delinquenza comune, camorra e istituzioni, quali sono le proposte per venir fuori da questo stallo?
La prima proposta è quella di chiedere con forza immediata l’approvazione della legge rifiuti zero da parte del prossimo Parlamento, perché abbiamo bisogno di avere un ciclo dei rifiuti finalmente chiuso in maniera ecosostenibile, quindi favorendo il recupero di tutto quello che si può recuperare, perché i rifiuti sono una ricchezza se riutilizzati bene. Quindi chiediamo che vengano fatti centri di compostaggio in tutta la regione. Il governatore De Luca, in fase di campagna elettorale, aveva proposto di riammodernare gli impianti di tritovagliatura per trasformarli in moderni impianti di compostaggio, per trasformare il prodotto organico in concime o per mettere a posto terreni inquinati. Questa è una cosa che si può fare e che si deve fare subito, perché in questo modo metteremmo a posto circa il 35-40% del contenuto del nostro sacchetto della spazzatura e soprattutto il contenuto che puzza di più e che crea più problemi batterici. Dopo di che dobbiamo occuparci del riciclo di rifiuti speciali, che sono il vero grande problema di questa terra, perché non abbiamo un piano regionale sui rifiuti speciali e i rifiuti speciali rimangono tutti per terra. L’inchiesta di Fanpage si riferiva ai fanghi dei regi lagni che sono proprio rifiuti speciali e che, non a caso, dovevano essere smaltiti in maniera irregolare, perché regolarmente o si mandano fuori regione o non c’è una soluzione. Un altro punto è il problema amianto, che è un problema enorme. Occorre creare delle discariche pubbliche controllate per l’amianto, in cui il prodotto possa essere trattato e stoccato.
Il problema è che alla Regione Campania manca un’idea di fondo di sviluppo ecosostenibile, che parta dai rifiuti, ma arrivi anche a un’idea di prevenzione del reato di incendio, che è il problema della Terra dei Fuochi. Gli incendi vengono appiccati perché c’è un’economia malata, che tende a bruciare il rifiuto industriale prodotto in maniera illegale e che, pertanto, non può essere smaltito regolarmente. Per fare ciò si utilizza manovalanza a basso costo, sfruttando le persone disperate. Dobbiamo chiedere che si intensifichi il controllo del territorio e far emergere l’illegalità fiscale di questa terra, per farla tornare alla legalità e bonificarla, cosa che non è mai stata fatta.
Classe 1994, di Napoli, laureat* alla triennale in Scienze Politiche alla Federico II, studia Relazioni Internazionali alla Magistrale. Attivista LGBTQI.