Il Governo tenta di affrontare la crisi economica, ma con difficoltà
Il Governo italiano, alle prese con la crisi causata dall’emergenza sanitaria dettata dal virus Sars-Cov2, è al lavoro sugli strumenti che possano alleviare le difficoltà di famiglie e imprese. Dopo le polemiche sui ritardi nell’arrivo della cassa integrazione e su altri provvedimenti come il bonus vacanze, per cui si trovano ancora pochi esercenti pronti ad accettare questo tipo di pagamento già in mano alle famiglie, l’attenzione si sposta su misure che vanno a toccare in modo più profondo l’ordinamento italiano.
Ieri è stato approvato il Decreto Semplificazioni, che agisce principalmente sugli appalti, per rimettere in moto il settore dell’edilizia, e sulla Pubblica Amministrazione, compreso il settore giudiziario. Sarà possibile nominare commissari per le opere in costruzione, sul metodo «Ponte di Genova» che ha visto collaborare i partiti governativi con i corrispettivi locali; inoltre verrà alzata la soglia per gli appalti ad affidamento diretto, fino a 150mila euro, con un sistema di rotazione per le aziende vincitrici. Nella varietà di vedute delle parti che compongono la maggioranza non sono però mancati gli attriti: il decreto è stato infatti approvato con la formula «salvo intese» in alcune delle sue parti. Ad esempio, sulla riforma dell’abuso d’ufficio ci sono le riserve di Italia Viva, che da sempre sostiene che i Sindaci e i funzionari comunali abbiano troppi leggi a cui dover rispondere, con conseguente rallentamento delle opere. Accordo definitivo rinviato quindi alle Camere.
Sul piatto c’è anche il Decreto Rilancio, per il quale i fondi son ben più corposi e quindi i contrasti sono più ampi. Approvato in Consiglio dei Ministri già il 19 maggio, si è arenato in commissione bilancio fino a questa settimana, quando sembrava in dirittura di approdare alla Camera per la discussione generale, con il Governo già preparato a chiedere la fiducia. Una nota della Ragioneria di Stato ha fatto però sapere che per alcuni interventi da effettuare al sud, intorno ai 100 milioni di euro, non sono state specificate le coperture: per questo il testo è ritornato in commissione, in attesa di essere corretto. Le principali misure previste, tra le altre, sono il tanto decantato super ecobonus al 110%, gli incentivi per i mezzi elettrici, i congedi parentali e altre misure economiche e sociali correlate alla crisi.
In questa tutt’altro che facile stesura delle norme, con sintesi tra i partiti di maggioranza che a tratti sono ancora da trovare, sembra si stia uscendo da quella situazione emergenziale in cui la legiferazione, soprattutto tramite decreti, era ancora più confusa. Durante la presentazione del dl Rilancio è stato annunciato un piano nazionale per la banda larga: potrebbe essere un assaggio del piano di riforme che verranno presentate per utilizzare il recovery plan europeo, probabilmente intorno a fine settembre, con lo stesso Conte che, fra ieri e oggi, ha sostenuto colloqui con Costa e Sanchez, primi ministri di Portogallo e Spagna.
Non sarà un agosto facile quindi per i Ministeri. Le previsioni di una crisi profonda a settembre, con la liquidità aziendale che inizierà a mancare, rende obbligatorio lavorare sui 98 decreti attuativi (ad oggi) per rendere operativo proprio il dl Rilancio, consapevoli che non sarà la misura di fine emergenza ma che contiene comunque norme importanti per i bisogni immediati: il tempo, purtroppo, è ormai già scaduto.
Nato a Padova il 15 giugno 1994.
Diplomato in ragioneria, attualmente iscritto alla triennale di Ingegneria dell’Energia nella mia città.
Sono una persona curiosa in molti i campi, dalle nuove tecnologie, in particolare quelle che riguardano l’ambiente, alla politica, passando per lo sport.