Il mondo del profumo: una nuova cultura olfattiva
Un nuovo luogo, il MiCo Center – immenso e industriale nello stile, freddo e urban – la stessa Milano di sempre, due anni dopo ma con nuovo entusiasmo, accoglie la fiera internazionale Esxence, The Scent of Excellence. Qui sono le fragranze a dominare la scena: tra tappi di legno, fari caldissimi, fotografie artistiche, artifici per accogliere un’idea che è semplice ed è percezione, quella di annusare, provare e scoprire nuove mode olfattive all’insegna del profumo. Tra curiosità e glitter, il visitatore si lascia condurre tra i corridoi colmi di nuove proposte. Sul piedistallo delle sensazioni c’è l’olfatto: accende l’attenzione e la voglia di scoprire e portare con sé tanti flaconcini di prova, sì, ma soprattutto un bel ricordo e una nuova esperienza.
Le luci danno il benvenuto a chi entra per scoprire marchi di profumeria di nicchia da tutto il mondo e, attraverso la ricerca del nuovo profumo ideale, incontra culture diverse, dal Giappone alla Nigeria. Ogni flacone ha la sua impronta olfattiva e la sua storia, la folle ricerca di creare qualcosa di unico, che possa stupire e affermarsi, che convinca venditori e distributori a portarlo in giro per il mondo. Le materie prime, il ricordo di un petalo, una goccia di pregiata vaniglia, e nasi profumieri esigenti sussurrano alla moquette e all’aria la propria arte e il desiderio di creare una nuova scia di bellezza.
La fragranza prende vita su una Mouillette, il pezzetto di carta che tutti ricercano disperatamente: si avvicina al naso e qualcosa succede, si pensa a quel legame immediato che la nuvoletta di profumo accende nel ricordo con qualcosa di già vissuto. Spesso, questo legame è vivo con la natura, con i fiori, con una passeggiata già accaduta, dove le rose, o i gelsomini, o una pianta di tiglio, sono stati compagni ideali. In Italia esiste quindi una cultura olfattiva costruita sul principio della scoperta e della curiosità.
Questo legame con la realtà vuole essere il punto di partenza per un’analisi innovativa del legame Profumo-Esperienza, e Profumo-Ricordo. Qui s’inserisce una nuova scuola di cultura dell’olfatto che si avvale delle materie prime per giocare con loro, per farle conoscere agli appassionati e permettere loro di crearsi una conoscenza in fatto d’ingredienti, per dominarle a livello artistico, per condurle al naso, ai ricordi della reale vita di un fiore o di un biscotto al burro. Questo si può ottenere solo conoscendo alla perfezione la materia prima e correggendola.
In fiera ho avuto la fortuna di porre alcune domande a Davide Dalla Libera, ibridatore e produttore di nuove varietà di fiori a Padova, e ho voluto passeggiare con lui tra i misteri e le curiosità di Sua Maestà La Rosa, pianta con cui lui ha un legame privilegiato, per osservare e comprendere le dinamiche di una cultura olfattiva che sia di natura botanica.
Quali parole useresti se dovessi raccontare il tuo lavoro quotidiano con le rose?
Userei il termine passione nel suo più completo significato, perché nel suo aspetto materiale la mia attività ha una parte di lavoro fisico, spesso ripetitivo, con l’obiettivo di coltivare, allevare, moltiplicare, produrre. Nel suo aspetto più impalpabile, spirituale, trattandosi d’innamoramento per la Natura e i fiori, nello specifico per la Rosa, la componente agricola viene innaffiata dalla dedizione, lo studio, la creatività artistica. Il tutto poi messo nella bilancia della pazienza perché vanno seguiti i tempi e i cicli della Natura e non dell’uomo.
Cosa vorresti creare attraverso una linea di profumi dedicata alla rosa?
Penso che in questo periodo storico abbiamo bisogno di ritornare alla Natura, e quando vedo i clienti in vivaio che rimangono sorpresi e incantanti annusando rose diverse con profumi peculiari, come non pensare di lasciarmi guidare dai fiori stessi per riproporne il profumo? Così, l’idea potrebbe sembrare banale e arcaica, ma quando ho iniziato a sperimentare e a ideare nuove fragranze con la collaborazione di nasi profumieri, partendo dai fiori studiati e ottenuti nel mio vivaio, ho capito che non è un processo semplice e immediato. I processi attuali sono orientati al contrario, per praticità, e perché rimettendo al primo posto l’elemento Natura l’uomo ne deve rispettare i tempi – ad esempio nell’attendere i suoi fiori veri per studiarli di volta in volta.
Qual è per te la materia prima e l’odore che più si accosta alla rosa?
La rosa per me è un universo di sfumature e immagini perché da centinaia di anni l’uomo e la stessa natura provvedono a crearne varietà nuove. Per questo non c’è un solo odore preciso in natura o in una materia prima che mi riconduca in un attimo a lei. Forse gli odori Esperidati (accordo fresco e brioso, a tratti agrumato, ndr.) sono molto vicini alla parte più volatile e fresca della rosa. Per il carattere e il colore generale si può parlare di frutta, di erbe, di spezie, di reale cibo e di molte altre cose. Io spero che presto le mie creazioni parleranno da sé.
A tuo parere, qual è oggi sul mercato il profumo alla rosa più realistico e perché?
Ho l’impressione che nel mercato si trovi l’Idea comune della rosa, la rosa rossa, e che quindi sia più facile adattarla ai gusti del pubblico. In un paio di profumi per esempio ho avvertito un accordo molto interessante che rimanda proprio alla rosa Ayrshire splendens, una rosa che si potrebbe dire non odori da rosa e questo l’ho trovato utile e coraggioso perché racconta anche di altre rose, perfettamente aderente al fiore vero, che riconduce a lui.
Le tue impressioni sulla fiera: cosa ti spinge a distinguerti?
Penso che nella profumeria ci sia dello spazio per raccontare ancora qualcosa, chiaramente io posso distinguermi solo partendo da ciò che è la base del mio lavoro e impegno quotidiano da più di vent’anni.
Infine, la tua percezione oggi: le persone sono davvero curiose? Come si cerca per noi il profumo ideale o il mazzo di fiori perfetto?
La curiosità può diventare come una barca alla quale togliere l’ancora, ma per vivere questa esperienza occorre che ognuno sappia riconoscere dentro di sé quanto i propri gusti siano dettati da una sensazione interiore, o influenzati esternamente da stereotipi, giudizi e mode. Solo così, ascoltandoci, potremo incontrare il fiore e il profumo che ci rappresenta.