Il mondo orwelliano di «1984»

Un pilastro della letteratura mondiale come «1984» di George Orwell merita una trattazione ad hoc. Il mondo orwelliano di «1984» si inserisce nel genere distopico ampiamente sviluppato nel blog: prima con un’analisi de «Il mondo nuovo» di Aldous Huxley poi, in riferimento al concetto di campo, attraverso i romanzi di J. G. Ballard e Dave Eggers, fino ai progetti socio-politici discussi nella realtà. Partendo da queste basi, immergiamoci nel romanzo per valutarne alcuni aspetti chiave, anche in relazione all’attualità.

L’assetto socio-politico in «1984»

Nel mondo orwelliano di «1984» l’assetto geopolitico è retto da un triangolo di superpotenze, ognuna incapace di ergersi a dominatrice. L’ideologia comune è il socialismo, con differenti sfumature applicative nei diversi territori. In Oceania, dove si svolgono le vicende del protagonista, il dipendente del Ministero della Verità Winston Smith, vige la ferrea applicazione dei principi del Socing: il Socialismo inglese. Il capo Partito è personificato dal Grande Fratello, controllore dell’obbedienza del corpo sociale attraverso lo spietato apparato di sorveglianza della Psicopolizia.

Affissione del Grande Fratello in Oceania (Fonte)

La stratificazione sociale nel mondo di Orwell

La stratificazione sociale è connessa, su più piani, al rapporto tra il cittadino e il Partito:

  • Il Grande Fratello: dittatore invisibile e fondatore del Partito, probabilmente soggetto meramente iconico della propaganda;
  • I membri del Partito Interno: figure di spicco del Partito e quadri;
  • I membri del Partito Esterno: burocrati statali, funzionari e impiegati;
  • I Prolet: il proletariato dell’Oceania, pari all’85% della popolazione.

Composizione dell’apparato statale orwelliano

L’apparato burocratico statale, coadiuvante dell’azione politica del Partito, è distribuito su quattro Ministeri:

  • Della Verità, che si occupa dell’informazione, delle attività artistiche, dell’istruzione e degli aspetti concernenti il divertimento;
  • Dell’Amore, legato agli aspetti d’ordine pubblico e di rispetto della legge;
  • Della Pace, collegato alla pianificazione e gestione della guerra;
  • Dell’Abbondanza, delegato agli aspetti economici dell’Oceania.

Il controllo sociale è fondato sulla sorveglianza, garantita dall’azione capillare e spietata della Psicopolizia; su progetti come la falsificazione della realtà, la censura, la riscrittura del passato, gestiti dal Ministero della Verità; sulla vaporizzazione e sull’oblio dei dissidenti politici, operato dal Ministero dell’Amore.

La guerra in «1984»

Nella trama non manca un elemento distopico per eccellenza: la guerra. L’evento bellico, oltre al passato, culminato con una guerra nucleare causa dell’ordine geopolitico mondiale del romanzo, ingloba il presente con una caratteristica determinante: la classe dirigente è consapevole che sarà perenne, pur applicando il principio del bipensiero.

LA GUERRA È PACE

LA LIBERTÀ È SCHIAVITÙ

L’IGNORANZA È FORZA

Slogan 1984

Nel mondo pensato da George Orwell la guerra è l’architrave di un ordine sociale fondato sullo stato d’eccezione illimitato. A suo supporto opera un Ministero, eufemisticamente definito «della Pace», delegato a pianificarla minuziosamente al fine di declassare l’avversario di turno a un irrilevante dettaglio, talvolta da correggere riscrivendo il passato azionando la burocrazia del Ministero della Verità.

Divisione del mondo in «1984» (Fonte)

Andamento e finalità della guerra orwelliana

La guerra coinvolge tutte le superpotenze e, a seconda del suo andamento, sbalza i territori contesi da una superpotenza all’altra. Lungo la trama si registrano due rovesciamenti d’alleanze:

  • In occasione dei festeggiamenti della settimana dell’odio, l’Oceania si allea con l’Estasia contro l’Eurasia;
  • Nella parte finale, si ristabiliscono le alleanze iniziali, con l’Oceania che si allea nuovamente con l’Eurasia contro l’Estasia.

Ma, dietro alla guerra, la conquista dei territori non serve all’approvvigionamento di risorse naturali, visto che tutte le superpotenze hanno una completa indipendenza produttiva. L’aspetto economico è rappresentato dalla conquista di forza lavoro a basso costo. Per questo motivo, lo status sociale degli abitanti dell’Africa equatoriale, del Medio oriente, dell’Indonesia e del sud dell’India, è alle soglie dello schiavismo.

La tecnologia e la scienza in «1984»

Il metodo scientifico serve il potere, finalizzando il progresso alla scoperta di gas letali o alla coltivazione di germi resistenti a tutti gli anticorpi. Allo stesso modo, sul versante tecnologico, il mondo orwelliano di «1984» si concentra sul perfezionamento della società della sorveglianza a supporto del potere del Partito e dell’azione della Psicopolizia:

«Ora il progresso tecnologico si compie solo se ciò che esso produce può essere impiegato in qualche modo per ridurre la libertà umana».

Teoria e prassi del collettivismo oligarchico, Emmanuel Goldstein, 1984

Comunicazione e indottrinamento nel mondo orwelliano

La comunicazione è un fattore fondamentale nel mondo orwelliano di «1984». Avete notato il concetto precedente di bipensiero? Si tratta di un meccanismo mentale che permette ai cittadini di considerare, in base alla propaganda impostata dal Partito, realisticamente veritiero un concetto e, allo stesso tempo, anche il suo opposto. In questo slogan c’è l’essenza di «1984»:

«Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato».

Slogan 1984

Il concetto di oggettivo evapora dinnanzi alla propaganda del Partito e questo coinvolge non solo la sfera sociale della cittadinanza oceanica, ma anche la sfera interiore. Se nella nostra società, come abbiamo visto con la spirale del silenzio, si riesce ad auto silenziare parte del dissenso, nel mondo orwelliano di «1984» ciò non basta. Non basta, perché il solo pensiero dissenziente, seppur inespresso, rappresenta un reato: uno psicoreato.

«Ortodossia significa non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza sono la stessa cosa».

Syme, 1984

Da qui la necessità di contrarre la coscienza controllando la capacità di ragionamento, seppur interiore, riformando i vocabolari e sognando, in un mondo già distopico, di spingersi fino a impedire, nel 2050, la sola opportunità di articolare un ragionamento in dissenso dal Socing.

«Non capisci che lo scopo principale a cui tende la neolingua è quello di semplificare al massimo la sfera d’azione del pensiero? Alla fine renderemo lo psicoreato letteralmente impossibile. Non esisteranno più delle parole con cui poterlo esprimere».

Syme, 1984

Parallelismi con l’attualità e catalizzatori del dissenso

A tutto questo, si aggiunge una società che, essendo fondata sull’odio e sul controllo sociale, partorisce delatori e censori in nome dei principi inderogabili del Socing. Da questo punto di vista, non è difficile riscontrare un parallelismo con l’ancora attuale situazione pandemica. L’odio verso il nemico, sia l’Eurasia o l’Estasia è relativo, o verso l’apparente capo dei cospiratori, Emmanuel Goldstein, catalizzatore trappola degli oppositori proprio come i nostri contenitori del dissenso, fa da contraltare alla venerazione del potere rappresentato dal Grande Fratello (o Super Mario).

Lo strumento verso cui dirigere il disprezzo dell’altrui pensiero è convogliato nella prassi dei due minuti d’odio, assorbita pienamente nella nostra società, dov’è l’essenza di un dialogo inesistente tra parti così distanti da non potersi ascoltare.

«[…] la rabbia che ognuno provava non era altro che un’emozione astratta, indiretta, che era possibile dirigere da un oggetto all’altro come fosse una fiamma ossidrica».

1984

In ultima analisi, non può sfuggire il fatto che le connessioni sollevate tra la distopia orwelliana e la nostra società reggano pur considerando la differenza di sistema. Se la società distopica orwelliana poggia sulla deriva dei valori socialisti, la nostra, pur non garantendo determinati vantaggi del socialismo, mina la sua stessa retorica liberale in nome dell’emergenza come metodo di governo.

Immagine di copertina: Wikimedia Commons