Il Palio di Siena: una carneficina?

Della corsa chiamata «Carriera», conosciuta a tutti come Palio di Siena, si ha testimonianza fin dal 1200, se non anche prima. Il più antico documento riguardante la gara risale al 1238, quando si punì l’ultimo arrivato con un’ammenda da 40 soldi perché a fine gara non prese il premio derisorio.
Il Palio di Siena viene svolto a Piazza del Campo in Comune di Siena due volte all’anno, il 2 luglio, per festeggiare la festa della Madonna del Provenza, e il 16 Agosto per festeggiare la festa della Madonna Assunta. Il Palio viene vinto dal cavallo che, con o senza fantino, ha compiuto 3 giri della Piazza in senso orario. Il secondo Palio, ad agosto, nacque quando la Contrada dell’Oca vinse la gara del Luglio del 1771, ma volle rimettere in palio la vincita facendo svolgere a sue spese un’ulteriore gara, svoltasi il 16 agosto dello stesso anno. Da allora in poi ci furono due gare tutti gli anni, una a luglio e l’altra ad agosto.

I Pali disputati nel 2018 hanno visto cadere otto cavalli, tra i quali c’era anche quello della Contrada Chiocciola, il cui fantino è stato portato al Pronto Soccorso in condizioni gravi, ma non in pericolo di vita, a causa di un politrauma riportato dall’impatto con il tufo.
Durante gli ultimi anni si sono verificati dei Pali di Siena «straordinari», ovvero delle manifestazioni aggiuntive per festeggiare, ad esempio, la Festa dell’Unità d’Italia o i cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Queste gare vanno a sommarsi alle due tradizionali. L’ultimo Palio straordinario è avvenuto il 20 ottobre 2018, per ricordare la fine della Grande Guerra a un secolo di distanza. Quest’ultima gara ha avuto un esito fatale; difatti, a causa della rottura della zampa anteriore destra, avvenuta durante la gara, il Cavallo della Giraffa, Raol, è deceduto il giorno successivo presso una clinica veterinaria. 
Secondo la Lega AntiVivisezione, dal 1970 al 2007, sono morti complessivamente 48 cavalli. Altri documenti, invece, non tengono conto solo delle corse del Palio, ma anche delle prove e delle selezioni dei cavalli, perciò, su un totale di 1950 cavalli utilizzati dal 1970 al 2004, sarebbe morto «solo» il 2.05%.

Dagli anni ’90 sono molte le norme che il Comune di Siena ha adottato per salvaguardare i cavalli, almeno prima e dopo la gara, come: previsita sanitaria obbligatoria; analisi ematochimiche; protezioni alla curva San Martino; alcoltest ai fantini. Nonostante queste procedure per tutelare almeno in parte sia i cavalieri che gli equini, sono molti gli incidenti che avvengono. A tal proposito si è espressa anche il Presidente dell’Enpa, Carla Rocchi, dichiarando che «Il Palio di Siena rappresenta una seria minaccia per l’incolumità degli animali. Abbiamo perso il conto di quanti siano gli animali morti o gravemente feriti per una manifestazione anacronistica. La morte di Raol era prevedibile e le responsabilità morali e politiche ricadono su tutti coloro che hanno partecipato a vari livelli all’organizzazione della corsa». Il Sindaco De Mossi ha rispedito al mittente le critiche, dichiarando: «Il dispiacere è di tutta la città che ama i cavalli e li rispetta e non accetta provocazioni da chiunque abbia solo l’interesse di farsi pubblicità, non conoscendo la nostra cultura, tradizione, rispetto e cura dei cavalli».