Il riscatto della pallavolo italiana
Dopo un’estate molto deludente, è arrivato il riscatto della pallavolo italiana. Le dinamiche che hanno portato alla rinascita della nazionale maschile e di quella femminile sono, però, piuttosto diverse, nonostante il punto di partenza per il successo sia lo stesso: un settore giovanile costruito in maniera egregia, che valorizza i ragazzi e le ragazze, accompagnandoli così alle squadre delle serie maggiori.
La squadra maschile era arrivata alle Olimpiadi di Tokyo con una struttura basata sulla vecchia guardia (Zaytsev, Juantorena e Colaci su tutti) e con un allenatore già conscio di lasciare la guida a fine torneo. Per questi motivi, probabilmente, la fame di vittoria non è stata sufficiente, con l’esito deludente di cui si è molto discusso. Diversa, invece, l’avventura agli Europei: Juantorena e Colaci hanno deciso di lasciare la nazionale e, con Zaytsev infortunato, il nuovo CT Ferdinando De Giorgi ha deciso di puntare sui giovani, portando l’Italia ad essere la squadra con l’età media più giovane (24 anni). I pronostici ci davano secondi nel girone, dietro la Slovenia, destinati quindi ad affrontare la temibile Francia di Ngapeth nel turno successivo. Simone Giannelli si è caricato sulle spalle l’onere di essere capitano e, grazie alla spregiudicatezza tipica dei giovani e ai colpi di Michieletto, di Pilato e di Romanò, la stessa Slovenia è uscita con una pesante sconfitta per 3-0. Dopo aver conquistato il primo posto ed eliminato la Germania con un altro 3-0, la rampa di lancio ha consentito ai ragazzi di arrivare alla final four, con le vittorie su Serbia e (di nuovo) Slovenia che hanno consacrato Alessandro Michieletto come astro nascente della pallavolo mondiale.
Diverso il discorso per le ragazze: arrivate alle Olimpiadi dopo numerose soddisfazioni stagionali, sia a livello italiano che europeo, c’era molto entusiasmo, ma la squadra di Mazzanti ha deluso alle Olimpiadi. La situazione sembra simile a quella della Francia maschile che, avendo vinto le Olimpiadi, ha poi deluso all’Europeo, in una sostanziale mancanza di motivazione agonistica. Così le critiche alle ragazze, da parte di tutto il mondo sportivo, non si sono fatte attendere. Lo stesso gruppo, nonostante le pesanti assenze di Caterina Bosetti e Fahr, è stato però bravo a ritrovare la forma mentale per gli europei, un mese dopo: la cavalcata impressionante si è conclusa a Belgrado, con la Serbia che giocava in casa e con Paola Egonu che si è presa la rivincita sulla fortissima Boskovic, arginata egregiamente dai muri italiani. Il replay della finale mondiale del 2018 si è concluso quindi a parti inverse, con la Serbia che sembra aver finito il ciclo vittorioso.
Come detto all’inizio, queste vittorie derivano da una struttura solida e, infatti, non sono le uniche di questa estate. C’è un altro astro nascente, Julia Ituma, che ha trascinato l’under 20 femminile alla vittoria del mondiale, a metà estate. Si stanno inoltre attualmente svolgendo, in contemporanea, altre due competizioni mondiali, in cui le nostre squadre giovanili stanno avendo ottimi risultati: quella U21 maschile, in Italia e Bulgaria, che vede sempre protagonista il 19enne Michieletto, e quella U18 femminile, in Messico, con protagonista la stessa Ituma, che potrebbe diventare la prima atleta a vincere i due ori nello stesso anno. Dopo i doverosi festeggiamenti cresce quindi l’attesa per i mondiali delle due nazionali maggiori, la prossima estate: le premesse per fare bene ci sono tutte.
Nato a Padova il 15 giugno 1994.
Diplomato in ragioneria, attualmente iscritto alla triennale di Ingegneria dell’Energia nella mia città.
Sono una persona curiosa in molti i campi, dalle nuove tecnologie, in particolare quelle che riguardano l’ambiente, alla politica, passando per lo sport.