Inaugurazione Rio 2016: tra sport e sostenibilità
Nella notte di venerdì 5 agosto quasi 3 miliardi di spettatori sono rimasti incollati alla Tv per seguire la cerimonia d’inaugurazione di Rio 2016, la trentunesima Olimpiade dell’era moderna. Lo spettacolo si è svolto all’interno del celebre stadio Maracanã di Rio de Janeiro, che solo 2 anni fa era stato teatro dei mondiali di calcio, ed è stato curato da un nostro connazionale, il veneziano Marco Balich, talento ideatore dell’inaugurazione dello Juventus Stadium e dell’Albero della Vita di Expo Milano 2015.
La cerimonia è iniziata con la proiezione d’immagini riguardanti la storia del Brasile, per passare poi alla parte scenica e coreografica. Le musiche di Caetano Veloso e Gilberto Gil hanno trasformato lo stadio in un vero e proprio sambodromo: oltre 1500 ballerini si sono esibiti sulle loro note, ricordando le danze e i colori carnevalizi. Degno di nota è stato lo sfondo di questo show, che ricordava molto gli immensi agglomerati di favelas che si estendono nelle periferie di Rio. A seguire si è assistito alla sfilata degli atleti delle varie nazioni, tra cui l’Italia con la raggiante Federica Pellegrini come portabandiera. La parte finale ha visto il saluto delle autorità e l’accensione del fuoco olimpico.
Tuttavia, nonostante le musiche festose e le tinte vivaci, il vero tema centrale della cerimonia è stato l’ambiente. È stata l’occasione per lanciare un monito sui cambiamenti climatici, in particolar modo sul riscaldamento globale, tramite l’ausilio di schemi e diagrammi anche parecchio allarmanti. Durante la sfilata delle nazionali, inoltre, ciascuna squadra è stata introdotta da un volontario in bicicletta, simbolo della mobilità sostenibile, e accompagnata da un bimbo o una bimba con in mano una piantina. Ciascun portabandiera, poi, ha depositato un seme che contribuirà a far nascere la grande foresta degli atleti. Perfino i cinque cerchi olimpici sono stati realizzati con delle piante.
Senza dubbio il momento più emozionante dell’intera cerimonia è stata l’accensione del braciere olimpico. L’ex calciatore Pelé aveva annunciato nel pomeriggio che, a causa di problemi di salute, non sarebbe stato lui il tedoforo brasiliano. Di conseguenza, si è rimasti col fiato sospeso fino alla fine, quando la torcia olimpica è stata inaspettatamente consegnata all’ex maratoneta Vanderlei De Lima, medaglia di bronzo ai giochi di Atene 2004, passato alla storia per l’aggressione subita mentre era in testa alla corsa, a soli 4 km dal traguardo, poi vinta dall’italiano Stefano Baldini. La scelta di questo atleta è stata, quindi, più che mai simbolica: De Lima ha così avuto la sua rivincita personale, vedendosi riconoscere un merito tale da poter rappresentare non solo il suo Paese ma gli atleti di tutto il mondo.
Nonostante i problemi interni che hanno causato un ingente ridimensionamento del budget – a detta del direttore creativo Fernando Meirelles, da 114 a 56 milioni di dollari (12 volte meno di Londra, 20 di Pechino) – la cerimonia brasiliana è stata comunque in grado di divertire, di far riflettere, di stupire e di commuovere. Non dimentichiamoci, dopotutto, che si tratta della prima Olimpiade della storia a essere ospitata da uno stato sudamericano.
Laureata in Economia dei Beni Culturali all’Università Ca’ Foscari di Venezia, frequento la magistrale in Marketing e Mercati Globali all’Università di Milano-Bicocca. Innamorata della cultura, nel mio piccolo cerco di diffonderla il più possibile.