Un incontro sulla sostenibilità, non solo ambientale
Lunedì 28 maggio si è svolto nell’aula Nievo dell’Università di Padova, organizzato dall’associazione Alumni, un incontro sulla sostenibilità, portando ad esempio di ciò tre attività lavorative che riscuotono parecchia curiosità e stupore. Quando si parla di sostenibilità la mente delle persone comuni va subito a pensare all’ambiente, come è normale che sia. Quindi, i riferimenti da prendere sarebbero il riciclaggio, l’utilizzo di prodotti naturali e via discorrendo.
Sin dal primo intervento, invece, si è capito che la visione di sostenibilità intesa solamente come «sostenibilità ambientale» è molto riduttiva. Il signor Leo, che è il fondatore di BeeHouse e la sua collaboratrice Fusaro hanno illustrato lo svolgersi della loro attività di apicoltori: in primis hanno spiegato il loro approccio all’ambiente, che riguarda proprio il loro settore. Utilizzando legno da fonti forestali certificate, colle naturali, acciaio inox e lasciando da parte pesticidi e prodotti chimici riescono a ottenere un modello di arnie ecosostenibili. Nella spiegazione hanno citato alcuni problemi che il cambiamento climatico causa alle api: con sbalzi improvvisi di temperatura rischiano di confondere le stagioni, e questo può essere un problema per il loro ciclo vitale ma anche per l’impollinatura. Hanno ricordato inoltre che senza api, che sono animali fondamentali per la biodiversità, si perderebbe dal 60 al 90% della flora selvatica.
Sono poi passati a un altro aspetto importante che tutti gli imprenditori devono tenere in considerazione: la sostenibilità economica. L’obiettivo di chi apre un’attività è, ovviamente, avere un guadagno. Questo si può ottenere creando un brand che dia valore all’azienda, ma anche attraverso una precisa comunicazione e un’attenzione ai bisogni dei consumatori. Il terzo, ma importantissimo, aspetto citato, è stato quello della sostenibilità sociale. Leo ha spiegato che attraverso progetti di reinserimento di detenuti nella comunità, proprio lavorando con le api, stanno ottenendo ottimi risultati, al punto che molti si aprono un’attività propria a fine pena.
La seconda testimonianza è stata portata dalla signora Stefani, che ha sempre avuto un’indole molto artistica e ad un certo punto della sua vita ha deciso di investire la sua creatività sulle bottiglie di plastica, riutilizzandole e diventando, di fatto, una creativa e designer di bellissimi gioielli di plastica. Ha identificato nella plastica il materiale più adatto perché è facilmente modellabile, anche a basse temperature. Può sembrare banale ma in realtà per perfezionarsi le sono serviti anni di sperimentazione, traendo ispirazione da diverse combinazioni di colori e anche da abbinamenti tra plastica e carta patinata, sempre rigorosamente riciclata.
L’ultimo intervento ha portato il classico sviluppo sostenibile in ambito ambientale. L’ingegner Morbiato ha raccontato la sua esperienza da CEO della startup WindCity, che è riconosciuta a livello europeo. Praticamente Morbiato e i suoi colleghi hanno studiato un modello di struttura che sfrutta l’azione del vento, un po’ diverso dalle pale eoliche classiche. Questo modello, infatti, ha un’efficienza maggiore perché non è statico: in base alla velocità delle masse d’aria che si spostano si può chiudere o aprire, con un’aerodinamica particolarmente efficace nell’usufruire di questo fattore naturale.
Nell’ultima esposizione c’è stato un simpatico un botta e risposta col pubblico in sala; alla domanda «Quando potremo avere questa tecnologia nel terrazzo di casa per arrivare all’autoproduzione di energia?», Morbiato ha risposto che la missione di queste startup è esattamente quella di arrivare alla micro produzione diffusa, evitando di costruire grandi centrali, anche tenendo di conto il fatto che il 40-45% dei costi in bolletta riguardano il trasporto e la gestione dell’energia. Si sta già andando verso questa direzione e ci sono già incontri internazionali in programma proprio su questo tema. Si può dire che l’attenzione al consumatore di cui si parlava prima è tenuta molto in considerazione.
In conclusione, dai protagonisti di queste tre esperienze è giusto un giudizio unanime sulla sostenibilità in Italia: a parole tutti sembrano comprendere e capire l’importanza del tema, ma c’è poi una pigrizia generale quando giunge il tempo di mettere in pratica le buone azioni, a partire dagli investitori che credono in questi metodi innovativi fino ad arrivare ai consumatori , tutti devono fare un salto di qualità, magari anche migliorando la pubblicità di questi prodotti innovativi. La WindCity ad esempio, per raggiungere la sostenibilità economica, sta pensando di aprirsi al mercato asiatico. Ma il mondo evolve velocemente e, anche qui in Italia, è solo questione di tempo.
Nato a Padova il 15 giugno 1994.
Diplomato in ragioneria, attualmente iscritto alla triennale di Ingegneria dell’Energia nella mia città.
Sono una persona curiosa in molti i campi, dalle nuove tecnologie, in particolare quelle che riguardano l’ambiente, alla politica, passando per lo sport.