Indennità, autogol Pd: che se la dimezzi il M5S
Un taglio di circa il 50% degli stipendi parlamentari: da 5000 euro netti (in media 10435 lordi) a 5000 euro lordi. Questa è la proposta del Movimento 5 Stelle, arrivata ieri a Montecitorio. Di fronte a un’iniziativa che avrebbe forse ridato lustro alla politica, ecco la Camera compatta a dire «No». Le motivazioni sono degne di essere commentate.
«Volete ridurvi lo stipendio? Tagliatevelo voi da domani». Alessia Morani, democratica fedelissima a Matteo Renzi, forse ignora che i pentastellati da più di tre anni si tagliano lo stipendio e con quello hanno creato un fondo per le piccole e le medie imprese.
«Non è questo il modo per ridare dignità alla politica». Alan Ferrari, Pd, però non propone altri modi.
«Il dibattito di oggi si trasforma, per motivi elettorali, nella sagra della demagogia e del populismo più inconcludente» (Marco Miccoli, Pd).
Un’alternativa è stato lo slogan per il referendum, ormai divenuto un mantra: «Votate “Sì” e risparmieremo 500 milioni». Peccato che non sia vero; e ammesso e non concesso che davvero si risparmierà mezzo miliardo all’anno, perché non sommare le due cose, quanto si tratta di risparmiare, tutto fa brodo.
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