InFernet: il film sulla rete che i ragazzi (e non solo) dovrebbero guardare
Non si tratta di una nuova uscita cinematografica e, d’altronde, come potrebbe esserlo, in questo periodo in cui le nuove pellicole, sebbene già ultimate, giacciono a prendere polvere in attesa di un pieno ritorno alla normalità.
Infatti, il film di cui illustreremo qui i punti salienti risale al 2015, anche se non è certamente stato tra i più acclamati di quell’anno, tant’è che pochi lo ricorderanno. InFernet è il suo titolo e non è necessaria una spiccata perspicacia per afferare che il regista Giuseppe Ferlito ha voluto giocare coi termini internet e inferno.
Sebbene, come dicevamo, non abbia riscosso una popolarità marcata, ricercandolo sul web si scopre che le recensioni degli spettatori sono piuttosto positive, indice del fatto che, pur non avendo spopolato, è stato gradito da chi vi ha assistito.
Effettivamente, InFernet può essere giudicato come un buon prodotto cinematografico, di quelli che poi la televisione propone, ma in seconda serata e così lo si becca solo se divorati dall’insonnia o dalla peperonata che non accenna a essere digerita.
Invece, questo film andrebbe proiettato a un orario accessibile ai più e non solo sui canali televisivi, bensì a scuola e in qualsiasi altro centro educativo.
InFernet, infatti, affronta l’attualissimo tema della rete ingarbugliando storie dal tenore piuttosto differente, tuttavia accomunate dall’essere molto dolorose per i loro protagonisti e originatesi da un utilizzo criminale dello strumento informatico. Si tratta di una sceneggiatura poco edulcorata, piuttosto diretta ed esplicita, la quale consente di empatizzare con i personaggi, di sentirne il disagio, l’inquietudine, la dipendenza. Incontriamo personalità fragili e senza luce che si lasciano travolgere dalla potenza di Internet. Essi sono incapaci di comprenderne la portata e amplificano tramite esso il disordine delle loro vite, giungendo, spesso senza piena consapevolezza, a far sprofondare le loro e quelle degli altri.
Ci imbattiamo, infatti, nel prete che viene ingiustamente additato sul web come autore di abusi; nella gang che filma angherie e pestaggi ai danni di omosessuali; nell’attore famoso che intrattiene rapporti con minorenni addescate online e ne detiene del materiale audiovisivo; nella ragazzina stuprata in gruppo e ripresa col telefonino; nel padre di famiglia che si indebita giocando d’azzardo dal PC; nelle minorenni che mettono a segno ricatti sessuali ai danni di uomini adulti.
Le scene, come anticipavamo, non sono allusive, ma particolarmente crude e a tratti ributtanti. Questa caratteristica permette di veicolare con efficacia l’esigenza di porre massima attenzione a come ci si approccia alla rete e alla tecnologia. Quella che può apparire come una realtà irreale, uno scenario virtuale e parallelo si trascina dietro, al contrario, le conseguenze delle azioni che vengono compiute in quel contesto, che sono vere, tangibili e possono rivelarsi fonte di grande sofferenza, nonché di risvolti penali.
La visione di questa pellicola può essere dunque d’ausilio a genitori e insegnanti per condurre i ragazzi e- perché no- anche loro stessi in un viaggio comune verso una connessione consapevole dei rischi a cui si può andare incontro navigando e anche dei reati che, perché commessi dietro un computer, potrebbero erroneamente essere considerati come meno gravi o addirittura non essere ritenuti tali agli occhi dei più ingenui.
Classe 1995, laureata in giurisprudenza.
Il diritto e la politica sono il mio pane quotidiano, la mia croce e delizia.
Vi rassicuro: le frasi fatte solo nelle informazioni biografiche.