Love=Love: intervista ad un’asessuale

Intervistiamo Alice Redaelli, un’asessuale della comunità degli asessuali e demisessuali italiani, Aven.

Che cos’è l’asessualità?
L’asessualità è un orientamento sessuale, come l’eterosessualità, l’omosessualità e la bisessualità. Un asessuale è una persona che non prova attrazione sessuale, ossia fisica, verso altre persone. Questo naturalmente non significa non poter provare attrazione affettiva o romantica verso uno o l’altro genere.

Perché ti reputi asessuale? Come lo hai capito e quali domande ti sei posta?
Non è che mi «reputo» asessuale, lo sono. Sono nata così, sono sempre stata così. Fa parte di me, è un aspetto della mia identità. Mi sono sempre resa conto che c’era qualcosa di diverso in me rispetto ai miei amici e ai miei compagni di classe, ma ovviamente questa consapevolezza si è acuita con l’inizio dell’adolescenza e lo sviluppo sessuale. Per via del fatto che non si parla di asessualità e che molti non sanno dell’esistenza di questo orientamento, per molto tempo mi sono sentita male: mi sentivo anormale, come se ci fosse qualcosa di «rotto» in me. Poi ho scoperto la parola «asessualità» in un libro e grazie a internet ho finalmente potuto avere una risposta alle mie domande.

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Alcuni considerano l’asessualità un non-orientamento nonostante sia stata riconosciuta dalla scienza come un orientamento sessuale vero e proprio. Tu come ti poni?
Qui probabilmente c’è un po’ di confusione sulla definizione di orientamento sessuale. Molti infatti non la sanno! L’orientamento sessuale infatti non è definito dall’attività o non attività, né dal comportamento sessuale in generale: quello che lo definisce è il genere della persona verso cui si è attratti, e non necessariamente in maniera fisica.
Molti sono tratti in inganno dalla parola orientamento sessuale, ma «sessuale» non significa sessualmente attivo, quanto piuttosto che concerne quegli aspetti dell’individuo che riguardano il sesso, che esso sia presente o meno.
Cito qui la definizione scritta dall’America Psychological Association e condivisa dalla comunità scientifica: «L’orientamento sessuale si riferisce a un modello duraturo di attrazione emotiva, romantica e/o sessuale verso uomini, donne o entrambi. L’orientamento sessuale inoltre si riferisce al senso di identità di una persona basato su tali attrazioni, comportamenti legati ad esse, e all’appartenenza ad una comunità formata da altri che provano le stesse attrazioni». Per questi motivi, i sessuologi moderni che operano nel campo, dopo vari dibattiti e ricerche, considerano l’asessualità un orientamento, ossia una variante naturale della sessualità umana.

Quali sono i principali pregiudizi nei confronti dell’asessualità e come possiamo sfatarli?
Purtroppo ce ne sono tanti, come spesso succede quando si parla di orientamenti non eteronormativi. Forse i più comuni sono sentirsi dire che l’asessualità non esiste, che si è malati, addirittura che non si è umani. Inoltre, a livello di diritti, purtroppo molte persone e coppie asessuali hanno gli stessi problemi affrontate da altre coppie formate da persone dello stesso sesso: vengono negati matrimonio e adozioni, per lo meno nel caso di coppie asessuali omo-affettive. Tuttavia è già successo che anche a coppie asessuali formate da persone di sesso opposto venissero negati tali diritti.
Il metodo migliore per combattere questi pregiudizi e discriminazioni è sempre una corretta informazione, e attivarsi possibilmente anche a livello sociale e politico.

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Culturalmente, anche per chi ha esplorato la sua sessualità, gli asessuali non esistono. È un’invenzione. Perché siete erroneamente percepiti come innaturali?
La risposta è storica e culturale: siamo figli di una società che è stata caratterizzata dal ’68, dal movimento femminista e dalla liberazione sessuale. Il fatto di aver lottato, a lungo e a volte dolorosamente, per lo sdoganamento del sesso ha portato a mettere l’accento su tutto ciò che è riguarda l’eros. Sono stati movimenti importantissimi e fondamentali, ma per contro si è creata l’idea che è il sesso a rendere umana una persona. In particolare questo è dovuto al marketing che ha creato una società ipersessualizzata. Basti solo vedere a come il corpo della donna viene sfruttato nei media e nelle pubblicità. Tuttavia devo anche dire che per fortuna l’asessualità sta acquisendo rapidamente visibilità e quindi questa «invisibilità» è sempre minore. La strada è ancora lunga, ma naturalmente sono contenta del fatto che le cose stiano cambiando.

Come distinguere repressione, traumi che portano alla sessuofobia, l’astinenza e la mancanza di libido dall’asessualità?
Cominciamo dalla cosa più semplice: l’astinenza (e quindi il celibato) è una scelta cosciente, l’asessualità è un orientamento sessuale e quindi innato e non dipendente dal nostro libero arbitrio. Come tutti gli orientamenti, non è causato né a nulla a che fare con traumi e abusi. La differenza inoltre tra una mancanza di libido e l’asessualità è abbastanza semplice: la mancanza di libido ha delle cause mediche o psicologiche, è generalmente temporanea ed è naturalmente gestibile e curabile se se ne sente il bisogno. L’asessualità, essendo un orientamento, è innata, perdura nel tempo e non è modificabile. Inoltre un asessuale non prova attrazione fisica verso altre persone ma questo non significa che non abbia una libido. Attrazione sessuale e libido infatti sono due cose biologicamente diverse e separate. Per ultimo, sessuofobia, traumi e simili portano un individuo a vivere uno o più aspetti della propria vita in maniera problematica: generalmente tali individui sentono l’esigenza di superare questi disturbi proprio perché non permette loro di vivere a pieno. Questo non è il caso ovviamente degli asessuali il cui unico modo per vivere serenamente è seguire il proprio orientamento.

Tu sei una dei membri più attivi della comunità degli asessuali e semisessuali italiani (Aven). Parlacene un po’. Perché è nata, ci sono nuovi progetti?
Aven è l’Asexual Visibility and Education Network ed è stato fondato nel 2001 grazie a David Jay negli Usa. Piano piano si è espanso ed ora è presente in moltissimi paesi, fra cui naturalmente l’Italia. Il suo scopo, come dice il nome, è donare visibilità e fare dell’informazione corretta riguardante l’asessualità. Sono molto attiva su Facebook, ma non molto nel forum. La gran parte del mio lavoro si svolge nella vita reale, tramite interviste, manifestazione e così via. In particolare mi appoggio ad Arcigay Milano dove abbiamo appena fondato un Gruppo Asessualità, un’occasione a cadenza regolare dove le persone asessuali possano incontrarsi, affrontare i problemi e le discriminazione che incontrano o anche solo fare quattro chiacchiere. Inoltre naturalmente sono benvenute anche tutti coloro che ne vogliono sapere di più!

L’amore tra asessuali esiste a differenza di ciò che molti credono. Spesso me lo immagino come un romanzo romantico, ma com’è davvero nel quotidiano?
Come dicevo prima, l’amore nella comunità asessuale esiste eccome! Semplicemente non si basa sul rapporto fisico. Nel quotidiano è come tutte le altre storie d’amore: battiti di cuore, conversazioni, litigi, chi va a fare la spesa e chi butta la spazzatura. L’attrazione affettiva (o romantica che dir si voglia) può avere varie modalità: verso persone dello stesso stesso, verso persone del sesso opposto, verso entrambe e così via. Per la maggior parte degli orientamenti sessuali l’attrazione affettiva coincide con l’attrazione fisica e quindi abbiamo omosessuali, eterosessuali, bisessuali….per gli asessuali non è così e quindi abbiamo semplicemente asessuali omo-affettivi, etero-affettivi, bi-affettivi e così via.

Come ti poni nei confronti degli aromantici? Esistono davvero o si autoconvincono di non poter provare mai l’amore?
Non credo che ci sia un modo di porsi, sono sempre stata dell’idea che ogni individuo debba seguire la propria natura. Se una persona mi dice di essere aromantica, non vedo chi abbia il diritto di dirle il contrario: ad ognuno di noi deve essere portato rispetto, soprattutto in questioni così personali come le emozioni. Ci sono persone che sono felici e raggiungono la completezza tramite relazioni profonde di amicizia, la carriera e così via.
In fondo nessuno oserebbe mai dire ad una donna in carriera che è incompleta solo perché si sente interamente appagata dal suo lavoro no?

10. Tutti gli asessuali hanno un rapporto diverso con la propria sessualità? Dipende da cosa viene concepito come parte della sfera sessuale e cosa no?
Credo che questa domanda non riguardi solo gli asessuali, ma in realtà tutto il genere umano. Ognuno di noi concepisce la propria sessualità in maniera differente dagli altri, chi più chi meno. Ci sono punti di contatto, similitudini (a volte tante, a volte poche) ma la sessualità di una persona non è mai identica in tutto e per tutto a quella di un’altra, è troppo complessa per esserlo!

11. Se due asessuali vogliono avere un figlio come potrebbero agire? È possibile che la coppia asessuale scelga di fare sesso solo a scopo procreativo?

Dipende moltissimo da coppia a coppia.
Innanzitutto dobbiamo considerare il sesso degli individui appartenenti alla coppia: se sono un uomo e una donna, allora certamente possono scegliere di avere rapporti sessuali con lo scopo di avere un figlio. Altrimenti possono ricorrere alla fecondazione assistita o all’adozione, cosa non facile in Italia.
Nel caso di coppie formate da persone dello stesso sesso, in Italia non è possibile adottare o affidarsi alla fecondazione assistita o ad un donatore esterno. La legge varia moltissimo a seconda del Paese in cui ci si trova, e l’iter da seguire è lo stesso di tante coppie gay o lesbiche che vogliono formare una famiglia.
In realtà, anche nel caso di coppie asessuali etero-affettive ci sono state delle adozioni negate a causa del loro orientamento sessuale (negli Usa).
Insomma in poche parole, non è facile! Si può fare ma è un percorso lungo e spesso oneroso.

12. Un ultimo pensiero, come concepisci la sessualità e il romanticismo personalmente?

Credo che la sessualità e l’affettività di una persona siano aspetti complessi, profondi e spesso delicati. Credo che siano magnifici e meravigliosamente naturali. E soprattutto credo nell’autodeterminazione dell’individuo.

eva.selene.menade@gmail.com

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