Interrogativi giuridici sugli oscuramenti di Facebook
Tra il 9 e il 10 settembre, i social network «Facebook» e «Instagram», sotto direzione del fondatore di Facebook, Mark Zuckenberg e del Comitato di consulenza per la sicurezza su Facebook, hanno oscurato le pagine e i profili che facevano riferimento ai movimenti «Forza Nuova», «CasaPound» e i loro leader, una decisione già adottata ad aprile di quest’anno, ma che questa volta sembra definitiva per gli anni a venire.
Un responsabile dei due social network dichiara: «Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano spazio su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici, come tutti gli individui e le organizzazioni devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia». Andando alla ricerca degli standard della community, quest’ultimo, si legge, chiede supporto al Comitato di Consulenza per la sicurezza su Facebook, il quale «è composto da organizzazioni leader mondiali nel campo della sicurezza in Internet. Facebook si consulta sui problemi correlati alla sicurezza online. I membri del comitato offrono competenze, punti di vista e informazioni dettagliate che ci consentono di adottare un approccio migliore in merito alla sicurezza».
Un’organizzazione internazionale a cui Facebook chiede consulenza e aiuto è ad esempio «Project Rockit», un «movimento australiano per i giovani che lotta contro il bullismo, l’odio e il pregiudizio online. Project Rockit si concentra sulla creazione di spazi in cui i giovani abbiano accesso al rispetto, all’accettazione, all’espressione creativa e alla vera leadership sociale».
Negli standard della community è inoltre possibile trovare diverse irregolarità da non compiere, tra le quali c’è la voce «persone e organizzazioni pericolose», la quale dice: «Per impedire e interrompere atti di violenza reali, non permettiamo la presenza su Facebook di organizzazioni o individui che proclamano missioni violente o che sono coinvolti in azioni violente. Questo include organizzazioni o individui coinvolti nelle seguenti attività: terrorismo, odio organizzato, omicidio di massa o seriale, traffico di esseri umani, violenza organizzata o attività criminale».
La censura compiuta ai due movimenti politici fa riferimento molto probabilmente alla sottovoce «odio prganizzato», nella quale è presente la descrizione di un’«organizzazione che incita all’odio», che è «Qualsiasi associazione di almeno tre persone organizzata con un nome, un segno o un simbolo e che porta avanti un’ideologia, dichiarazioni o azioni fisiche contro individui in base a caratteristiche come la razza, il credo religioso, la nazionalità, l’etnia, il genere, il sesso, l’orientamento sessuale, malattie gravi o disabilità».
Le conseguenze per la violazione degli standard della community dipendono dalla gravità della violazione e dai precedenti della persona sulla piattaforma. Ad esempio, nel caso della prima violazione verrà semplicemente avvertita la persona, ma se continua a violare le normative verrà limitata la sua capacità di pubblicare su Facebook o sarà disabilitato il suo profilo. Queste sono le regole dettate da Zuckerberg.
Ad intervenire è stata anche l’ANPI, dichiarando che è giusto che si rispettino la Legge Scelba e la legge Mancino. La legge Scelba dichiara: «Quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a 5 persegue con finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alle esaltazioni di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista si è puniti con un arresto dai 18 mesi ai 4 anni».
L’articolo 4 della Legge Mancino invece punisce chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo oppure le sue finalità antidemocratiche.
A controbattere alla decisione di Facebook è intervenuto il direttorio di CasaPound tramite il Social Network «Twitter» con la seguente frase «Chi segue siti e social di CasaPound, compreso questo, sa che non diffondiamo messaggi razzisti, nostalgici o di odio, ma di amore per l’Italia e la sua sovranità. Chi afferma altro o non ci conosce o è in malafede».
Così, i vertici dei due social network hanno deciso di oscurare le pagine di due partiti, non intervenendo in seguito a delle richieste da parte delle autorità giudiziarie di quel paese. È giusto rispettare le norme di una determinata società, virtuale o reale che sia, ma se queste andassero contro quelle dello Stato in cui quella persona o quel movimento è presente? Se la decisione presa da Zuckerberg, con il consenso del Comitato di consulenza per la sicurezza su Facebook, fosse impugnata davanti ad un’autorità giudiziaria competente di un determinato paese e quest’ultima sconfessasse la difesa, sarebbe un precedente giuridico che sconvolgerebbe il rapporto col web? Come si comporterebbe la comunità virtuale sapendo che le sue regole non possono essere applicate in tutti i paesi? Si conformerebbe alle leggi degli stessi o deciderebbe di non operare più sugli stessi? Avrebbe l’organizzazione delle ripercussioni penali?
Ma soprattutto, se non è intervenuta l’autorità giudiziaria italiana ad impedire la libertà di parola ai due movimenti politici, può farlo un’impresa internazionale?
Chiunque sia a conoscenza di altre leggi o argomenti su cui è stata compiuta la decisione di Zuckerberg può inviarla al blog, in modo che si possa integrare o migliorare l’articolo.
Nato a Padova il 30 Aprile 1997, dove vive.
Ha studiato presso l’Istituto Tecnico per Geometri Belzoni.
Ha frequentando l’Istituto Tecnico Superiore per il Risparmio Energetico ITS-RED Academy
Attualmente lavora come Geometra, esperto in rilievi topografici compiuti con droni e laser scanner.