Ipotesi di ripartenza per il campionato di calcio
Dopo la chiusura forzata dettata dall’emergenza del Coronavirus, la situazione seppur non rosea, ma di netto miglioramento, rispetto alle altre settimane, permette di effettuare previsioni sulla ripartenza del campionato di calcio italiano. Giovedì scorso quando il ministro Spadafora e il commissario della FIGC Gravina si sono incontrati, si sono promessi di aggiornarsi, il venerdì successivo a soli tre giorni dal termine del lockdown, in modo da capire quali fossero i margini per poter riaprire i centri sportivi e permettere ai giocatori di allenarsi in modo da recuperare una condizione fisica adeguata. Come si può prevedere, i tempi che occorrono per tutto questo non sono per niente brevi, soprattutto per il fatto che molte squadre hanno autorizzato i loro giocatori a far ritorno nei loro paesi natii, dove hanno lasciato i propri cari, e ciò significa che, una volta effettuato il rientro in Italia, avranno bisogno di un periodo di isolamento di una quindicina di giorni, necessario al fine di verificare che non abbiano contratto il virus. Fatto sta che l’intenzione, ribadita anche nell’ultima assemblea di Serie A del 5 aprile è quella di tornare a giocare, senza rischi e solo dopo il via libera del governo.
Nell’ultima assemblea si sono prese decisioni importanti anche dal punto di vista economico, soprattutto per quanto riguarda la riguarda la riduzione degli stipendi dei calciatori con cui si prevede «una riduzione pari a 1/3 della retribuzione annua lorda totale (ovvero 4 mensilità medie onnicomprensive) nel caso non si possa riprendere l’attività sportiva, e una riduzione di 1/6 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 2 mensilità medie onnicomprensive) qualora si possano disputare nei prossimi mesi le restanti partite della stagione 2019/2020». Salvo ovviamente accordi differenti tra le società e calciatori tesserati.
Occorre inoltre definire quali regole si adotteranno per ovviare al problema dei contratti dei tesserati che scadono il 30 giugno. La Fifa, proprio a questo proposito sta pensando a un’estensione oltre quella data, lasciando comunque la possibilità alle parti di una rescissione consensuale del contratto.
In ogni caso, la ripartenza delle competizioni calcistiche, da attuare con le adeguate misure di sicurezza, sarà comunque un modo per ritornare alla normalità, scaricare la tensione accumulata in questi mesi difficili, in cui il Coronavirus ha colpito duramente il paese, complice anche l’enfatizzazione del dramma, soprattutto nei numeri, da parte dei media.