Ischia: il resoconto il giorno dopo il disastro
Il 21 agosto pochi minuti prima delle 21 un terremoto colpisce Ischia e altri sei comuni della costa Flegrea.
Il primo comunicato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia parla di magnitudo 3,6 e di un epicentro situato in mare, a 10 km di profondità. Già con un secondo comunicato si parla di magnitudo 4. Un terzo comunicato conferma che il sisma sia stato di magnitudo 4 e localizza l’epicentro a 5 km di profondità.
In serata si contano due persone morte, 39 feriti e più di mille persone che hanno lasciato l’isola. Fino al giorno successivo, per ben 16 ore di fila, a Casamicciola i soccorritori hanno scavato per estrarre dalle macerie tre fratelli, dapprima Pasquale di 7 mesi, poi Mattias e infine Ciro, di 11 anni, che ha protetto se stesso e gli altri due bambini rifugiandosi sotto al letto, dopo la scossa, e ha poi battuto con una scopa e urlato per guidare i soccorsi fino al momento del salvataggio.
In una nota stampa rilasciata ieri dallo stesso Ingv si legge che «l’isola di Ischia ha una sismicità storica ben conosciuta»: «I terremoti principali sono datati rispettivamente 1275, 1796, 1828, 1881 e 1883. Caratteristica di questi terremoti è che a stime di magnitudo piuttosto modeste corrispondono effetti di intensità macrosismica molto elevata e distruttiva». Le cause, sempre secondo l’Istituto, sarebbero da ricercare negli «ipocentri molto superficiali, la geologia dell’isola, la vulnerabilità del patrimonio edilizio e elevata densità abitativa».
Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi, afferma: «È francamente allucinante che un terremoto di tale magnitudo possa provocare danni e vittime nel nostro paese». E quindi le cause sarebbero da ricercare in una mancanza di prevenzione: «Molte costruzioni sono realizzate con materiali scadenti che non corrispondono alla normativa vigente, per questo alcuni palazzi sono crollati o rimasti danneggiati», ha dichiarato il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli durante la conferenza stampa a Casamicciola.
Ma tali dichiarazioni hanno sollevato le proteste dei sindaci dei comuni colpiti, che in una nota congiunta «deplorano le notizie false relative a presunti danni e crolli in tutta l’isola e alle inesistenti connessioni tra l’evento sismico e i fenomeni legati all’abusivismo edilizio».
Nel tardo pomeriggio del 22 agosto fonti della procura di Napoli fanno sapere che sono in corso dei rilievi tecnici in seguito ai quali si valuterà se aprire un fascicolo. L’ipotesi di reato, in tal caso, sarebbe di disastro colposo.
In serata, Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania in visita presso i luoghi colpiti ha dichiarato: «In Italia siamo abituati ad avere due facce delle tragedie, quella drammatica, dei feriti, dei morti, delle attività economiche messe in crisi, e un’altra faccia che è quella dello “sciacallismo”, delle strumentalizzazioni, della confusione tra questioni che non c’entrano niente con il terremoto. È crollata un’abitazione vecchia e sono crollati dei cornicioni di un immobile costruito nel secolo scorso. Nessuna connessione tra questi fatti e l’abusivismo».
In quest’incertezza riguardo alle possibili responsabilità, restano i dati: i feriti sono 42, di cui uno grave e 16 ricoverati, gli sfollati sono duemila a Casamicciola e 600 a Lacco Ameno. Probabilmente verrà dichiarato lo stato d’emergenza.
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