John Elkann nominato Cavaliere del Lavoro: l’ennesimo voltafaccia di Mattarella al popolo
Pochi giorni fa, mentre incombeva la festa del 2 giugno per celebrare i 75 anni della Repubblica italiana, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fra i 25 nuovi Cavalieri del Lavoro ha nominato John Elkann, presidente di Stellantis, il gruppo automobilistico di cui fanno parte anche Fiat Chrysler e Peugeot. Si tratta di un gesto simbolico che ci ricorda ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, quale sia la classe che ha il dominio e il controllo in Italia.
Il titolo di Cavaliere del Lavoro viene consegnato ogni anno a quegli imprenditori che si sono particolarmente distinti e la cui vita sia ispirata alla cultura e all’etica del lavoro. Caratteristiche completamente sconosciute al modo d’agire della famiglia Agnelli, che, anzi, ha da sempre agito per il suo tornaconto personale, non tenendo troppo in considerazione i diritti dei lavoratori. Solo qualche giorno prima dell’annuncio dell’onorificenza attribuita a Elkann, la Fiat aveva assunto 1280 lavoratori in Francia, mentre in Italia aveva chiesto la proroga della cassa di integrazione per mille lavoratori. Un comportamento che dà un’idea di come la Fiat sia da sempre irrispettosa verso la classe lavoratrice, disattendendo puntualmente i compromessi e gli accordi presi con lo Stato italiano in cambio di aiuti materiali.
Tutto questo, purtroppo, non sorprende minimamente, soprattutto per il fatto che la nomina di Elkann a Cavaliere del Lavoro è stata promossa ed eseguita da chi solo cinque anni prima aveva invitato al Quirinale gli esponenti della Commissione Trilaterale elogiando la loro attività eversiva di influenza sui parlamenti. Queste parole sarebbero state gravissime per qualsiasi Presidente di qualsiasi nazione, ma quelle di Mattarella diventano più orrende se viene esaminata il suo ruolo di Presidente della Repubblica Italiana che dovrebbe difendere la Costituzione e i suoi valori d’ispirazione socialista, principi assolutamente incompatibili con le sue azioni, l’ultima questa ignobile nomina di John Elkann a Cavaliere del Lavoro.