Kasparov: gli scacchi contro il re Putin
Il 70% delle ore trascorse su Facebook è un continuo aggiornare la homepage, perdendo tempo, ma a tratti questo perdere tempo può diventare pericoloso. Per esempio, quando, dopo un attentato la suddetta home comincia a intasarsi con immagini elogiative di Putin e frasi che non ha mai detto.
Vi do una notizia: è uscita la classifica della libertà di stampa, noi siamo scesi di quattro posizioni, ma la Russia è messa peggio, vi lascio alla lettura de L’inverno sta arrivando di Garry Kasparov. Uno dei più grandi giocatori di scacchi di tutti i tempi si è ritirato undici anni fa per guidare l’opposizione in Russia. Ora vive in esilio a New York, di recente ha dato spettacolo al campionato degli Stati Uniti, sfidando a gioco rapido i primi tre classificati. Tuttavia, ormai, la scacchiera gli ha dato tutto il possibile e lui spende molto tempo a contrastare il governo russo e la putin-mania dilagante. Nel libro Garry accusa apertamente i leader del mondo occidentale, e in particolare gli Stati Uniti, di essere un po’ troppo accomodanti nei confronti di Putin, di attuare una politica un po’ troppo di compromesso. È una lettura forte e consigliabile a quanti stanno idolatrando il regime russo, Kasparov descrive una nuova Unione Sovietica come una vera e propria dittatura, nemica degli uomini liberi. È sorprendente il numero di scacchisti che fanno politica in partiti di tutti i colori (mentre altri, al contrario, sembrano ignorare l’uso della propria scheda elettorale). Del resto, i legami fra le due arti saltano subito all’occhio, non a caso si parla di «scacchiere internazionale», di «partita a scacchi» e fioccano metafore che, alle volte fanno storcere il naso agli appassionati.
Impegnata tra libri e scacchi, in movimento tra Padova e Torino, sempre con una forte dose di sarcasmo.