Un nonreportage dalla guerra di Kobane
Kobane calling
Zerocalcare
Bao Publishing — 2016 — 20 euro
Pubblicato per la prima volta su Internazionale nel gennaio 2015, Kobane calling è un reportage dalla piccola cittadina di Mehser, al confine turco-siriano, a poca distanza dalla città assediata di Kobane, simbolo della resistenza curda contro il sedicente Stato Islamico. Per l’Autore, al secolo Michele Rech, il collegamento fra la sua frequentazione dei centri sociali negli anni Novanta e l’assedio della città del Kurdistan è evidente, passando per la rivoluzione nel Rojava: «Il protagonismo femminile, la ridistribuzione del reddito, la convivenza tra culture e religioni: ci sembrava che quella rivoluzione parlasse la nostra lingua e fosse importante sostenerla e andare a imparare qualcosa da loro», ha spiegato al Fatto.it. Kobane calling non è un reportage di guerra, bensì il racconto della vita quotidiana di un lembo di terra schiacciato fra i turchi e l’Isis: oltre al conflitto, «l’unica roba che non manca nei media mainstream», c’è molto altro ed è questa la parte più interessante del volume. Definito dall’Autore stesso come un «nonreportage», il libro non è giornalismo, è piuttosto un racconto che cerca di dare un’interpretazione di più ampio respiro di quanto sta accadendo: attraverso le parole delle combattenti («L’unica cosa è ricordarci il senso di quello per cui stiamo resistendo») Zerocalcare tenta di offrirci un ritratto di quello che sta dietro la descrizione bidimensionale che arriva da televisioni e giornali.
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