La corsa alla conquista dello spazio è ripartita: Cina ed Emirati Arabi in testa
Quando si parla di missioni spaziali un senso di déjà vu si fa strada dentro di noi: la corsa alla conquista dello spazio sembra tornata.
Erano anni che nessuno dava troppa importanza ai viaggi spaziali, ma dopo il lancio dello Space X sembra che la competizione si sia incrementata.
In prima linea troviamo la Cina, che il 23 luglio ha lanciato nello spazio, in direzione «puntata» verso Marte, nello spazio la sua prima sonda.
La missione denominata Tianwen-1, ovvero «domande dal cielo», è partita secondo l’orario cinese alle 12:41 mira a raggiungere il pianeta rosso nella regione Plantia Utopia entro il febbraio del 2021.
Il viaggio è partito dall’isola di Hainan, grazie al razzo Long March 5 Y4, con l’obiettivo di poter estrapolare qualche dato rilevante sulla superficie di Marte.
La sonda, che viaggia assieme ad un satellite orbitale, viaggerà per ben sette mesi prima di entrare nel campo gravitazionale di Marte e dopo essere atterrato nella superficie rossa condurrà i propri studi per i successivi 90 giorni. L’obiettivo è quello di studiare non solo il suolo, ma anche analizzare l’atmosfera e il campo magnetico del pianeta. La missione comprende un modulo orbitante, un modulo di discesa e un rover a 6 ruote che pesa circa 200 kg. Quest’ultimo sarà alimentato da 4 pannelli solari, che saranno la fonte principale di energia, e conterrà i 13 strumenti scientifici necessari all’analisi del pianeta.
Tuttavia questo non è il primo tentativo della Cina di approdare nello spazio. Già nel 2011 in una missione con la Russia il paese asiatico aveva tentato di inviare dal Kazakistan un satellite orbitale verso Marte, ma tale lancio era fallito. La colpa era ricaduta su un lanciatore russo, che era stato protagonista di un guasto. Infatti l’unico paese che detiene ad oggi il primato di missioni verso il pianeta rosso sono gli Stati Uniti, che sono riusciti a performarvi un atterraggio per ben otto volte dal 1976 a oggi.
Ma i piani cinesi non si fermano qui. Infatti, vi è un’altra missione «in forno» per l’autunno. L’obiettivo è la Luna e a partire dalla Cina vi è già pronta la sonda Chang’e’ 5, che avrà il compito di studiare la superficie del corpo celeste e di portare sulla terra i campioni rocciosi analizzati.
Tuttavia, la Cina non corre da sola, anzi ha almeno un altro competitor: gli Emirati Arabi. Il lancio è datato il 20 luglio ed è la prima missione mai intrapresa da un paese arabo. La sonda Al-Amal, che significa speranza, è salpata con successo dal centro spaziale Tanegashima nel sudovest del Giappone, dopo aver subito due rinvii dovuti al maltempo. Il progetto è stato guidato da 450 persone del Mohammed bin Rashid Space Center, ed è stato applaudito dal governo di Abu Dhabi che ha dichiarato che «gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto la storia con una conquista senza precedenti nello spazio per la regione araba dato che ‘Hope‘ è stata lanciata con successo e sta volando nello spazio».
Hope viaggerà per 493,5 milioni di chilometri e raggiungerà anch’essa il pianeta rosso nel febbraio 2021
L’obiettivo è quello di comprendere al meglio la struttura del pianeta rosso, per capire poi ancora meglio anche la nostra Terra. La speranza è che questa «guerra spaziale» porti ad una svolta decisiva, analogamente a ciò che successe per la corsa allo spazio, culminata poi con la riuscita della missione dell’Apollo 11.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.