La Croce quotidiano solo in pdf… gli alberi ringraziano!

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La notizia è agghiacciante: La Croce, giornale nato a gennaio e diretto da Mario Adinolfi, cessa le pubblicazioni per andare solo sul web. Chi scrive solitamente è dispiaciuto per le difficoltà economiche degli organi di informazione, ma, visto che definire La Croce un giornale che informa è un ossimoro, non ci resta che gioire. Il «quotidiano contro i falsi miti di progresso» ha fatto sua la linea omo-transfoba del cattolicesimo più becero di cui è impregnato Voglio la mamma, libro firmato da Adinolfi: sulla Croce sono (erano?) contro il matrimonio e le adozioni alle coppie omosessuali, contro i transessuali, contro l’utero in affitto e altri «falsi miti di progresso». Il direttore spiega su Facebook la fine del giornale cartaceo in questo modo: «Abbiamo deciso di investire sul web, premiando l’amicizia dei nostri abbonati. La copia sarà sempre disponibile con i contenuti loro riservati, in più ci saranno molti contenuti in chiaro. La versione cartacea è enormemente dispendiosa e abbiamo notato che i contenuti vengono infinitamente più “scambiati” nella versione web che in quella cartacea». A parte l’italiano alquanto pietoso, il senso è chiaro: mancano i soldi. Effettivamente a gennaio, dopo soli due giorni dall’uscita del primo numero ci chiedevamo «come potrà sopravvivere un quotidiano del genere: non essendoci nemmeno un articolo di cronaca, La Croce non può “rubare” lettori a nessuno. In questi momenti di crisi, chi spende 1,50 euro per otto pagine di commento, sapendo che ne dovrà spendere altrettanti per informarsi sulla politica, sull’economia e sull’attualità?». Avete ragione: non serviva la Sibilla Cumana per lanciarsi con una previsione come questa. Auguriamo lunga vita a Marione e all’opera partorita dal suo incredibile ingegno almeno per non fare torto al nostro pescivendolo di fiducia: è difficile incartare il pesce con un pdf.