La mappa del fuoco australiana: quanto può aiutare?
In questi giorni si parla prevalentemente di un fenomeno nefasto che ha colpito il cuore di tutti noi: l’incendio che si sta diffondendo in Australia.
Tra le ipotesi più accreditate per questo disastro potrebbe esserci il contributo umano e, a quanto sembra, questo fenomeno potrebbe essere uno dei maggiori fattori che incidono nel cambiamento climatico.
Il primo studioso che ha messo nero su bianco il contributo che gli incendi possono portare sull’ammontare dei gas sera è stato il premio Nobel Paul Crutzen. Secondo lo scienziato, infatti, il fenomeno non è da sottovalutare, perché influenza la chimica della troposfera di tutto il globo terrestre e, in particolare, ben il 40% delle missioni di anidride carbonica sembra dovuto esclusivamente agli incendi.
Tuttavia, in questo caso vi è almeno una buona notizia: la scienza potrebbe ancora una volta salvare la situazione.
Infatti, è necessario se non fondamentale possedere il quadro dettagliato della situazione, e la distribuzione delle fiamme potrà essere rilevata dall’alto, da molto lontano: dallo spazio.
Questo sistema si basa sulle immagini degli incendi che vengono inviate dai satelliti geostazionari, e dagli eliosincroni, ovvero una tipologia di satelliti che segue un orbita geocentrica sorvolando ogni punto della superficie terrestre sempre alla stessa ora solare, e che possono essere dunque utilizzate in modo da poter mappare in modo omogeneo e costante la distribuzione del fuoco nel Globo.
Infatti dallo spazio è possibile analizzare i segni lasciati dal fuoco, tramite i satelliti geocentrici Meteosat, Japanese Geostationary Meteorological Satellite e degli eliosincroni NOAA, Landsat, SPOT, e MODIS, attraverso la radiazione elettromagnetica. Secondo gli ultimi sistemi sviluppati dall’IREA, l’analisi può essere svolta grazie ad alcune reti neurali che ricostruiscono l’incendio utilizzando le immagini del satellite SPOT-Vegetation.
Vi è un controllo di queste «mappe del fuoco»? Le mappe acquisite tramite i satelliti vengono poi confrontate con le immagini ad alta risoluzione generate dal satellite della NASA Landsat Thematic Mapper.
In queste ore vi è infatti una foto che prevale su tutte le altre e che ha scioccato molti utenti. Questa immagine raffigura l’Australia immersa nel fuoco e ha destato simultaneamente sia preoccupazione sia incredulità: è davvero la rappresentazione effettiva del paese?
Secondo il popolo del web tale raffigurazione è un’immagine direttamente scattata direttamente dallo spazio, ma non è proprio così, lo è solo «in parte».
L’immagine è stata generata in realtà a partire da una simulazione tridimensionale costruita da un servizio gestito dalla NASA chiamato FIRMS, altrimenti detto Fire Information for Resource Management System, un sistema che viene utilizzato per mappare la zona infuocata e che è stato utilizzato anche per analizzare l’incendio che ha devastato l’Amazzonia.
Tuttavia, questa simulazione trae origine da svariati dati provenienti dallo spazio, che sono stati combinati e sovrapposti al fine di dare una riproduzione affidabile del fenomeno in 3D.
Quindi la foto che in questi giorni circola nel web è veritiera e mostra l’entità della devastazione che sta subendo l’Australia e dimostra come, ancora una volta, l’uomo e in particolare la tecnologia possano contribuire ad analizzare e dunque a risolvere situazioni di tale gravità.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.