La musica della fisica quantistica
La fisica quantistica ha rivoluzionato il panorama della fisica classica introducendo i quanti, entrati in scena come ipercinetiche figurine di Paul Klee con la musica di Stravinskij.
La meccanica quantistica, o teoria dei quanti, è una teoria non compresa pienamente neanche dai suoi stessi creatori, ma che si è rivelata essere l’unica capace di spiegare il comportamento della materia nel mondo microscopico. Una delle principali caratteristiche di questa teoria è, appunto, la quantizzazione, cioè nel mondo microscopico le quantità fisiche come l’energia non possono essere scambiate in modo continuo, ma attraverso «pacchetti» detti quanti. Un’altra interessante stranezza è la doppia natura delle particelle, esse infatti in alcuni esperimenti si comportano come onde, in altri invece come corpuscoli.Senza entrare troppo nello specifico, è interessante notare come la fisica quantistica è intorno a noi, e ha legami con tutto ciò che ci circonda.
Più di 50 anni fa John William Coltrane, sassofonista e compositore statunitense, considerato uno dei più grandi della storia del jazz, ha sistemato le note musicali in un cerchio e le ha collegate con linee rette, formando una stella a 5 punte. Inspirato da Einstein, Coltrane aveva messo la fisica e la geometria al centro della sua musica. Seguendo la scia di Coltrane anche il fisico e musicista jazz Stephon Alexander, autore del libro ‘The jazz of physics : the secret link between music and the structure of the universe’, collega il jazz con le ‘domande ultime’ della fisica moderna e contemporanea sul passato e sul futuro.
Successivamente, un gruppo di ricerca internazionale dell’Helmholtz-Zentrum Berlin per i materiali e l’energia, dell’università di Oxford, dell’università di Bristol e del Rutherford Appleton Laboratory ha messo in evidenza una simmetria nascosta che governa il comportamento della materia allo stato solido.I ricercatori si sono concentrati su un particolare materiale magnetico, il niobato di cobalto, nel quale gli atomi formano una catena che si comporta come una barretta magnetica dello spessore di un solo atomo. Applicando un campo magnetico opportuno agli spin allineati, la catena magnetica passa in un particolare stato critico, il sistema raggiunge un’incertezza quantistica, uno stato di sovrapposizione, come quello del gatto di Schrödinger. Regolando attentamente il sistema i ricercatori hanno osservato che la catena di atomi si comporta come una corda di chitarra: «Qui la tensione deriva dall’interazione fra spin che li posta a risuonare magneticamente. In queste interazioni abbiamo trovato una scala di note risonanti. Le prime due note mostrano una relazione perfetta fra loro: le loro frequenze sono in rapporto 1.618, che è il rapporto aureo ben noto in arte e architettura», spiega Radu Coldrea.
Un’altra osservazione si può condurre considerando una teoria molto importante della fisica quantistica, quella delle stringhe, che ritiene lo stato vibrazionale di una stringa determinante della materia e delle sue proprietà. Secondo questa teoria, è la vibrazione stessa a costituire la stringa che in ultima analisi è puro movimento come lo è il Prana per l’Ayurveda. Nella cultura vedica, infatti, il movimento e quindi il suono, la parola e la vibrazione vengono considerati la radice della creazione e sostentamento dell’universo.
Un fisico italiano, Gabriele Veneziano, ebbe una brillante intuizione supponendo che la realtà ultima del mondo non fosse costituita da particelle puntiformi, ma da stringhe, da piccole corde, come i lacci delle scarpe ma infinitamente piccoli, che si estendono nello spazio a una dimensione. Applicando a queste corde le leggi della meccanica quantistica si osserva che le stringhe cominciano a vibrare, a suonare, come corde di violino. Ad ogni modo di vibrazione, a ogni nota di quelle corde del violino cosmico, corrisponde una particella. La musica delle stringhe si può considerare come la forza creatrice del mondo. Possiamo quindi immaginare una superstringa come una corda di pianoforte o di chitarra, compatta, che rappresenta la componente primordiale dell’universo invece della classica particella di materia. Questa moderna teoria fisica si avvicina sorprendentemente alle affermazioni dei testi vedici che specificano che ogni manifestazione cosmica è sostenuta da un Potere Creatore, come le perle di una collana sono sostenute da un filo.
Siamo costantemente circondati da cose non percepibili dai nostri occhi ma, non per questo, è detto che la nostra esperienza di vita debba limitarsi solamente alle cose tangibili, è nostro dovere spingerci un po’ più in là.