La società magica di Harry Potter: tra diritto e politica
A distanza di un ventennio dalla prima apparizione del frutto della penna creativa di J.K.Rowling sul grande schermo, l’incanto globale non è ancora svanito. La società magica di Harry Potter, al pari delle avventure del maghetto dagli occhiali rotondi, continua, infatti, a esercitare fascino, a stimolare curiosità e a trattenere miliardi di persone oltre la realtà, in una dimensione fantastica dove tutto è possibile.
L’autrice dalla fortunata saga è stata, infatti, capace di generare per astrazione un mondo vastissimo, popolato da variegate creature, riempito da ambienti e figure misteriose, completo in tutti gli aspetti della vita sociale. Come esiste nel mondo babbano un sistema d’istruzione educativa, così esiste nel mondo magico Hogwarts, culla dei giovani maghi e delle giovani streghe. Come esiste nel mondo babbano il meccanismo istituzionale del commercio, il mercato, così nel mondo magico esiste il centro fisico degli scambi, Diagon Alley, cresciuto intorno alla Banca dei Maghi Gringott.
E proprio come esiste nel mondo babbano un articolatissimo sistema politico-istituzionale, così nel mondo di Harry Potter esiste un’ imponente organizzazione costituzionale, al cui vertice vi è il Ministero della Magia, vero e proprio centro propulsivo ed esecutivo, deputato a regolare ogni aspetto della vita magica.
La società magica è l’allegoria di quella babbana?
Il coraggioso Harry Potter, mentre adagia e picchietta la bacchetta, non si limita a combattere contro le forze oscure più materiali, Voldemort e il suo esercito di Mangiamorte. Le sue avventure, i suoi valori e la sua stessa esistenza rappresentano una sfida ai pregiudizi di una società elitaria e tradizionalista, che è fondata su una gerarchia immobile ed è ossessionata dal mito della purezza del sangue.
I Mezzosangue, i Nati Babbani, i Magonò e gli elfi domestici faticano a rinvenire, sotto le falci della discriminazione, la serenità necessaria per lo sviluppo della propria personalità. Harry Potter, invece, distrugge le menzogne del potere, innesca una rivoluzione generazionale, alimenta la speranza d’instaurare un nuovo ordine basato sulla giustizia sociale.
Tuttavia, le condizioni di partenza sono desolanti, poiché la società magica di Harry Potter è il riflesso trasfigurato, è lo specchio alterato, è l’allegoria del mondo babbano. Andiamo, allora, ad analizzare il sistema politico e giuridico del mondo magico, per scovare tutti gli antichi vizi del mondo reale.
Il rapporto tra Ministero della Magia e Gazzetta del Profeta
Fin dal primo ingresso di Rita Skeeter ne Il Calice di Fuoco, è chiaro riscontrare che la Gazzetta del Profeta, il primo notiziario magico per tirature e diffusione, si avvale dell’opera non di giornalisti, ma di fattucchieri della parola.
Dopo il ritorno di Lord Voldemort, l’assassinio di Cedric Diggory e l’attacco dei Dissennatori contro Harry Potter, il rapporto patologico con il potere, incarnato dal Ministero della Magia, diviene plateale. La Gazzetta del Profeta si rivela essere l’organo di stampa del Ministro della Magia in carica, Cornelius Caramell, il quale ingaggia una campagna mediatica contro l’avversario politico, Albus Silente.
L’obiettivo è negare il pericolo imminente per assicurare la tenuta del regime.
Anche la società magica di Harry Potter, dunque, presenta interazioni disfunzionali tra i detentori del potere politico e i mass media, dalla conformazione opaca. La stampa è organo diretto del potere. La stampa è espressione del pensiero unico. Nella terra dei maghi non vi è alcun margine di evoluzione per la libertà di pensiero.
E nella terra dei babbani?
Lo scontro politico tra Cornelius Caramell e Albus Silente
Proprio lo scontro tra Cornelius Caramell e Albus Silente, al centro della trama del quinto capitolo: L’ordine della Fenice, è la rappresentazione di un modus operandi caratteristico di ogni regime totalitario.
Il Ministro, convinto della propria mediocrità, è consapevole del fatto che le voci circa il ritorno di Voldemort, se confermate, renderebbero sempre più instabile la sua permanenza alla guida della comunità magica. Decide, così, di accerchiare il preside della Scuola di Magia e Stregoneria, elevato a temibile nemico politico, a criminale e sovversivo. Rimuove gradualmente il preside da tutti gli incarichi istituzionali, fino all’atto finale, l’emanazione di un ordine di arresto.
Anche nel mondo magico, dunque, se viene insidiato da un concorrente temibile, il potere reagisce con atti di forza, isola ed espelle.
Il potere perpetua se stesso. Sempre.
La crudeltà della pena
Il bacio del dissennatore
In nome della sicurezza dei diritti, in nome della tranquillità pubblica e dell’ordine morale, il potere reprime ogni soggetto dissenziente.
In un mondo dove l’uso della magia consente il ricorso a straordinarie e potentissime forme di distruzione, il terrore, poi, è un sentimento inconsumabile. La società magica di Harry Potter, così, ha acconsentito all’edificazione di un sistema di repressione penale dall’estrema rigorosità.
Contro i peggiori criminali si fa uso del cosiddetto “bacio del dissennatore”, una sanzione più grave e dolorosa della pena di morte. I dissennatori sono creature oscure, sono il prodotto di un essere umano cui è stata sottratta l’anima e, in quanto privi di soffio vitale, si nutrono delle emozioni degli esseri umani. Il dissenatore, attraverso il bacio, succhia l’anima dell’essere umano, così da renderlo un vegetale, destinato a trasformarsi, a sua volta, in dissennatore.
Si tratta di un espediente usato dal già menzionato Cornelius Caramell su Bartemius Crouch Jr., un Mangiamorte ritenuto pericolosissimo, perché detentore delle prove circa la nuova venuta di Voldemort.
La prigione di Azkaban
Contro i criminali di prestigio, come Gellert Grindelwald e Bellatrix Lestrange, è stata, invece, eretta l’ostile prigione di Azkaban, luogo remoto e tetro, protetto dai Dissenatori. A quanto pare, il principio di umanità, proporzionalità, utilità e razionalità della pena non ha mai illuminato il mondo magico.
È un gran peccato, perché siamo certi che, se fosse nato stregone, Cesare Beccaria, avrebbe donato un lume anche ai maghi di Gran Bretagna.
Il processo
Il Wizengamot
La sede di risoluzione delle controversie del mondo magico è il Wizengamot, il tribunale supremo dei maghi britannici.
Il Wizengamot costituisce un organo collegiale dipendente dal Ministero della Magia, titolare del potere esecutivo, agisce in via principale da organo legislativo e consultivo, ma, nelle rare occasioni in cui si ravvisa la necessità di istruire processi di estrema rilevanza, si tramuta in un organo giudiziario, composto da un collegio di giudici eletti tra le più eccelse personalità della comunità magica e tra i funzionari del Ministero della Magia.
Assistiamo alla sua prima comparsa e alla sua descrizione attraverso le vicende relative a L’Ordine della Fenice.
Quando i Dissennatori, nell’estate del 1995, attaccano Harry Potter nei pressi di Little Whinging, in pieno territorio babbano, il mago, nell’esercizio della legittima difesa, risponde con l’Incanto Patronus. Tale evento innesca l’apertura di un procedimento disciplinare a carico di Harry Potter.
Il giovane mago è accusato di aver adoperato la magia in un ambiente esterno alla Scuola di Hogwarts, condotta non conforme ai doveri di ogni minorenne, di cui al Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche per Minorenni, e, aspetto ancor più critico, ha manifestato i propri poteri magici in un luogo babbano, in aperta violazione dello Statuto Internazionale di Segretezza della Magia.
Un ordine costituzionale passatista
Il Ministro della Magia, dunque, per mezzo di tale ordine costituzionale, assume non solo la detenzione del potere esecutivo ed amministrativo, ma accede, altresì, al pieno controllo della Magistratura. Chi è giudice, tra l’altro, promuove l’accusa e agisce da inquisitore. Non esiste alcuna considerazione per il principio di terzietà e imparzialità del giudice, per il principio del contraddittorio tra le parti, per il principio di separazione dei poteri.
Risulta, dunque, fortemente compresso l’esercizio della difesa.
Harry, infatti, riceve una notifica dell’avvio del procedimento a poche ore dall’inizio dell’udienza. Finisce, così, con il comparire in giudizio non assistito da alcun patrocinatore legale, fino al sorprendente arrivo di Silente, per fortuna apportante un’ottima strategia difensiva.
Il sistema processuale del mondo magico avrebbe fatto impallidire Luigi XIV? Senza alcun dubbio.
In compenso la durata del processo è fulminea, pari a circa 4 minuti, ma è certamente lontana dal poter essere valutata come ragionevole.
Voldemort è il prodotto di una società debole
Se questa è la grossolanità dell’ordine magico, non deve stupire che Tom Riddle, ribattezzatosi Lord Voldemort, sia stato capace di legare a sé orde di barbari Mangiamorte.
E se, come rivelato da J.K.Rowiling, il mondo magico di Harry Potter costituisce effettivamente l’allegoria del mondo babbano, nessuno può sentirsi al sicuro nella nostra dimensione.
Cari amici muggles, sappiatelo: la salubre tenuta del nostro caro, imperfetto, banale mondo babbano è costantemente in pericolo.
Classe 2000, figlia del XXI secolo e delle sue contraddizioni. Ho conseguito la maturità presso il Liceo Classico Eschilo di Gela e frequento la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Trento